lunedì 19 dicembre 2011

UN SISTEMA FALLITO SOLO PER I LAVORATORI

Il governo salva le banche e le banche bloccano 
il credito

Da anni i vari governi fantoccio Amato, Dini, Ciampo, Prodi,
Berlusconi sostenuti una volta dalla Lega, l'altra da pseudo
intellettuali di sinistra, promettono sogni e speranze di
modernità e progresso. Chiedono sacrifici in nome dello Sviluppo
(chi l’ha visto?), chiedono stabilità e governabilità in nome
della competitività. Per chi? In rEaltà hanno solo e sempre favorito le
banche:
  • Hanno smantellato lo stato sociale ed i servizi pubblici in nome
    delle privatizzazioni e delle liberalizzazioni;
  • hanno smantellato l’unica vera forza degli italiani, la Costituzione
    antifascista ed antirazzista;
  • Hanno svuotato di contenuto la politica ed il sindacato.
La regione Toscana ha inseguito il neoliberismo privatizzando l’acqua ed
aziendalizzato la sanità prima degli altri. Via gli ospedali per far posto ai
Monoblocchi, via le USL ed i consorzi pubblici per far posto ai manager ed
ai dirigenti super pagati. Risultato: sono sempre e solo i lavoratori a
pagare per tutti.
La A.USL (ormai azienda a tutti gli effetti) non paga le fatture da oltre un
anno e la Società della Salute avallata dai Sindaci sempre più burocrati e
podestà della nostra Provincia si è allineata alla moda del momento:
fermare i pagamenti perché le banche non fanno credito. Vergogna.
Ma come? Il Professore della Bocconi prende i soldi ai cittadini per
salvare le banche e queste bloccano i finanziamenti alle aziende per
pagare gli stipendi?
Recita un comunicato del 13/12/2012 inviato ai soci ed ai dipendenti
della coperativa sociale onlus La Rondine: “sono note le difficoltà del
sistema bancario di far credito alle aziende ed è altrettanto noto il
persistere di ritardi cronici da parte degli Enti Pubblici quali ASL e
Società della Salute, pertanto non siamo nelle condizioni di pagare
la tredicesima ai lavoratori”! Sarebbe interessante sapere se i Dirigenti,
i Manager ed i Super Politici avranno la tredicesima!
Da giorni invitiamo, sollecitiamo, chiediamo che Regione, Provincia
e Comuni decretino lo Stato di emergenza per affrontare la situazione
straordinaria derivata dal fallimento delle politiche degli anni 90.
Non è importante ammettetere che il sistema capitalista basato
sul liberismo e sulla finanza a guida dell’economia ha portato solo
sacrifici per i lavoratori e per i deboli e che occorre ritornare al
potenziamento del sistema pubblico fino a statalizzare le banche
se vogliamo uscirne, capiamo che sarebbe una ulteriore sconfitta,
per voi! E’ solo i coraggiosi ammetono gli sbagli.
Ma quanta gente deve andare a casa, quanti lavoratori devono
fare le feste senza tredicesima o addirittura senza stipendio, per
cominciare a muovervi? Sarà il caso che questi Dirigenti superpagati,
questi Assessori di grande vedute, questi General Manager e politici
che ci hanno guidato verso il baratro, cominciassero a prendere
provvedimenti?! Ma come è possibile che uno Stato con una ricchezza
accumulata 8 volte maggiore del reddito, si possa adagiare solo sul
fatto che la colpa è del Patto di Stabilità e del Debito Pubblico?
Ma come si fa a parlare di fallimento con 8.000 miliardi di euro
accumulati nelle banche e milioni di persone che hanno un reddito
netto superiore a 50.000,00 euro l’anno e pensioni che
superano perfino i 30.000 euro al mese?

venerdì 16 dicembre 2011

Cosa stiamo facendo?

Aumentare il carburante di 40 centesimi (mai avvenuto nella storia un aumento così massiccio) ha già i sue effetti, le altre misure avranno ricadute negli anni. Tutti gli eletti del popolo italiano in qualsiasi Consiglio o Parlamento siamo, porteremo la responsabilità per quello che sarà approvato in Parlamento oggi e domani. Io porterò quella di aver provato a ribellarmi e di non essere riuscito a coinvolgere i miei colleghi ed i miei compagni di partito. Rimarrà una manovra che pagheremo cara insieme all'annullamento della democrazia ed a questo articolo 7 che peserà come un macigno.


Il Presidente della Repubblica è autorizzato ad accettare gli emendamenti all’Accordo istitutivo della Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BERS), adottati dal Consiglio dei Governatori della Banca medesima con le risoluzioni n. 137 e n. 138 del 30 settembre 2011. (art. 7 comma 1, Manovra Monti). Qualcuno di voi conosce le due risoluzioni? Al fine di adempiere agli impegni dello Stato italiano derivanti dalla partecipazione a Banche e Fondi internazionali è autorizzata la spesa di 87,642 milioni di euro nell’anno 2012, di 125,061 milioni di euro nel 2013 e di 121,726 milioni di euro nel 2014. (art. 7 comma 2 Manovra Monti) etc....

Quello che facciamo in Consiglio 30 novembre 2011

mercoledì 14 dicembre 2011

Dai cittadini alle banche

Bloccare la manovra, Chiedere consigli straordinari in tutte le regioni, le provincie e comuni. Non si può tollerare che lo stato prende i soldi ai cittadini per darle alle banche (art. 7 della manovra). I carburanti sono aumentati subito di 30-40 centesimi (mai successo nella storia). Presentiamo OdG in tutti i consigli per chiedere il blocco della manovra. Prendere i soldi dove sono (banche, patrimonio attivo, stipendi e pensioni d'oro). Diamo un segnale forte in tutti i consessi. Non possiamo dare i soldi a banche e finanziarie dove i loro dirigenti (con stipendi d'oro non toccati) hanno mandato in malora il nostro paese. Non possiamo finanziare le loro poltrone con i tagli alla spesa pubblica ed il prelievo nelle tasche di tutti. Facciamoci sentire in tutti i luoghi e le istituzioni, così come le piazze sono il nostro luogo (almeno dove siamo).

sabato 3 dicembre 2011

Crisi e bilanci di previsione 2012: "per giornali e poteri forti nessuna emergenza"

Nonostante il colpevole silenzio di stampa e regime, sono ormai saltati i programmi di mandato delle amministrazioni elette a causa della crisi straordinaria in cui versano l’economia e con essa gli Enti Locali. I prossimi bilanci di previsione da approvare entro l’anno non potranno rispondere più ai criteri ordinari per l’assegnazione dei PEG ma dovranno tenere conto della situazione di emergenza in cui ci troviamo. Proponiamo l'stituzione immediata di comitati di emergenza in tutti i luoghi di rappresentanza pubblica e cioè nel Consiglio provinciale e nei consigli comunali. Tutte le forze politiche, i sindacati e le rappresentanze economiche e sociali dovranno partecipare alla costruzione dei prossimi bilanci; occorre aprire le scelte di bilancio, possibili, alle priorità ed ai bisogni urgenti delle nostre comunità, non sarà più possibile amministrare con le vecchie logiche e con gli strumenti ordinari.
La crisi delle banche e della finanza ha determinato un quadro politico e sociale molto pericoloso. I poteri forti non riescono più a fidarsi della classe dirigente del paese e ricorrono direttamente ai manager ed ai professori. Tutto questo perché l’Europa deve allineare la grande forza del sistema pubblico italiano alla competitività dei mercati. Si può far finta di niente ed ignorare le nostre proposte ma non si potrà fermare la macelleria sociale che scatterà nel 2012 in tutto il nostro paese.
Siamo in una situazione paradossale dove, l’Europa dei banchieri sta mettendo le ipoteche sul futuro dei servizi pubblici e per fare questo metterà a rischio le garanzie del lavoro e la stessa dignità del popolo italiano.
In sostanza si stanno per aprire scenari anticostituzionali pericolosi per la democrazia e per la tenuta sociale, è dovere di chi è stato eletto, indipendentemente dalla collocazione politica ed istituzionale, dare il proprio contributo e mettersi a disposizione per affrontare la situazione con serietà, trasparenza e forte senso di responsabilità.
Il quadro che si stà delineando nella provincia di Siena è per niente rassicurante, sono in atto grosse crisi che hanno prodotto licenziamenti, cassa integrazione, contratti di solidarietà e strette sulla dinamicità del tessuto produttivo.
Alla crisi strutturale del termalismo, che ha significato la perdita di 2000 posti di lavoro solo nella zona sud della provincia, si sono aggiunte grosse vertenze anche in settori storicamente traino della nostra economia, come quelli della camperistica e del manifatturiero. 
In questi giorni si sono fatte sempre più pressanti le minacce di licenziamenti e di chiusura di stabilimenti importanti come l’RDB, l’Amtec, la Imer, la Whirlpool etc... A queste tragiche prospettive si sommano la crisi ed i buchi dell’Università, il mancato pagamento dei fornituri da parte delle aziende sanitarie; solo l’ASL senese ha un deficit ormai largamente superiore ai 30 milioni di euro.
Molte ditte e piccoli artigiani rischiano il fallimento per la mancata riscossione di fatture bloccate negli Enti Pubblici a causa del Patto di Stabilità.
La Banca MPS che storicamente ha rappresentato per questa provincia un salvadanaio importante, da una parte si è proiettata sui mercati con scellerate scelte ed acquisizioni di fallimenti altrui e dall’altra è sfuggita al controllo della comunità che attraverso la Fondazione avrebbe dovuto essere vigile ed attenta alle politiche espositive del Gruppo. Questo, aggiunto alla forte speculazione finanziaria in atto, determinerà un futuro senza quegli utili che storicamente hanno finanziato progetti pubblici e privati che hanno interessato la cultura, il turismo, il sociale, l’innovazione, la ricerca, le manutenzione e lo sviluppo. Inoltre le difficoltà degli strumenti di garanzia mettono a serio rischio le aziende pubbliche e private partecipate direttamente da quote azionarie della Banca MPS e distribuite in tutta la provincia e non solo.
Ed in ultimo l’incerto destino dell’assetto istituzionale, alimentato non solo dai tagli del governo, ma anche dall’accentramento regionale, ha determinato un clima di incertezza pericoloso soprattutto per i lavoratori e per le classi più deboli.
Non possiamo più rimanere a guardare!

martedì 29 novembre 2011

Crisi e licenziamenti, difficoltà anche alla Whirlpol di Siena



Siamo nolto preoccupati della situazione in cui versa l’economia e soprattutto per le conseguenze che ricadono sulle spalle dei lavoratori che in questi mesi sono sottoposti a continue minacce di licenziamento.
La crisi finanziaria dovuta da una parte alla speculazione internazionale e dall’altra a scelte sbagliate e capestro come nel caso della Banca MPS e dell’Università, sta mettendo in crisi fortemente la tenuta della nostra Provincia.
Ormai sono migliaia i lavoratori che ricorrono alla cassa integrazione, sia a regime ordinario che in deroga, molti sono i contratti di solidarietà e se a questo si aggiungono le difficoltà delle piccole imprese che non vengono pagate a causa del Patto di Stabilità degli Enti Pubblici ed i cali delle presenze turistiche sia in termini quantitativi che di qualità, la situazione si presenta drammaticamente pericolosa.
E’ necessario subito un cambio di passo e la creazione immediata di piani di emergenza, interventi starordinari e di fondi di solidarietà nazionali, regionali, provinciali e comunali.
In Valdichiana, i lavoratori della RDB, ai quali va la nostra profonda solidarietà, vivono da oltre un mese nella sede di Montepulciano e stanno cercando con tutte le loro forze di salvaguardare il posto di lavoro. Altre vertenze difficili sono aperte in Amiata all’AMETC ed alla RIMOR, che si aggiungono a quelle aperte da tempo soprattutto in Val d’Elsa.
In questi giorni ci sta preoccupando in maniera molto forte la situazione della Whirlpol che dopo il finanziamento del progetto denominato Higlander con fondi europei e pubblicizzato appena un mese fa, alla presenza dei massimi esponenti delle autorità senesi, compreso il Vescovo, attraverso le dichiarazioni del Presidente della Corporation parlano di un taglio da spalmare fra USA ed Europa di almeno 5000 unità, di cui 1000 in Italia e circa 120 a Siena, prevedendo quindi la chiusura di alcuni stabilimenti definiti non strategici e privi di utili. Proprio su questo tema abbiamo presentato un’interrogazione che sarà discussa nel prossimo consiglio provinciale del 30 novembre per capire cosa sta avvenendo concretamente e quali problematiche si potrebbero aprire in futuro nello stabilimento di Viale Toselli.  
Inoltre vorremmo sapere come mai, questi imprenditori così interessati al rapporto con le istituzioni quando c’è da ottenere dei finanziamenti, dimenticano facilmente gli impegni presi, quando si tratta di licenziare o addirittura di chiudere processi produttivi dei quali ci si vanta di innovarli con strumenti di alta qualità tecnologica?!


mercoledì 23 novembre 2011

Approvato lo Stato di crisi di Chianciano in Consiglio Regionale

Bene.
Allora è finita la crisi. Da domani saremo più ricchi e più belli. Forza ragazzi, prepariamoci a vivere di sogni: piscina, palacongressi, parco giochi, riqualificazione alberghiera, arredo urbano, Piazza Italia, Borgo Nuovo, prima erano sogni ora sono realtà. Da domani non si sogna più, non c'è bisogno perchè finalmente la Regione ha capito che siamo in crisi!

martedì 22 novembre 2011

Forza compagni.........

Occorre creare fondi di solidarietà e piani di emergenza in tutto il paese. Chi guadagna più di tremila euro al mese deve dare a chi non guadagna niente. E' obbligatorio. Ognuno che arriva o supera quella cifra si deve sentire obbligato. I Consigli comunali, quelli provinciali e quelli regionali devono creare fondi di solidarietà e piani di emergenza per affrontare la crisi e cominciare a dare a chi non ha. E' urgente, non possiamo permetterci di ritornare nella giungla, gli animali non ci comprenderebbero! Dai, forza. vediamo chi comincia per primo.............

lunedì 7 novembre 2011

Soddisfazione per l'assegnazione del Nobel per la Pace 2011 a tre donne africane, risultato della campagna "NoppaW" appoggiata dal Consiglio provinciale di Siena


Il Nobel per la Pace 2011 è stato assegnato congiuntamente a Ellen Johnson Sirleaf, Leymah Gbowee e Tawakkol Karman ", per la loro lotta non violenta per la sicurezza delle donne e dei diritti delle donne alla piena partecipazione nella costruzione della pace lavoro" . Il nostro Gruppo esprime grande soddisfazione anche perchè era stato promotore di un OdG a sostegno della campagna NOPPAW votato all'unanimità dall'intero Consiglio Provinciale.Di seguito la lettera trasmessa alla Provincia di Siena.


Prot. N: PRES/CORR/005/2011/439
Ill.mo Presidente Bezzini
Provincia di Siena
Alla C. A. del Cons. Antonio Falcone
e di Roberta Guerri
Oggetto: Il 10 dicembre festeggiamo insieme il Nobel per la Pace 2011 alle donne africane.


Ill.mo Sig. Presidente,

all'indomani dell'assegnazione del Nobel per la Pace 2011, conferito a tre donne, due africane e una

yemenita, ma legata con la sua esperienza alle rivolte arabe che hanno avuto inizio nell'Africa del Nord, 
sentiamo il bisogno di ringraziarla. Crediamo infatti che questo premio Nobel sia anche il risultato della 

campagna “Noppaw” lanciata dal CIPSI e ChiAma l’Africa nel 2009.

All’epoca non avremmo mai immaginato che in un tempo relativamente breve, potesse avere tanto riscontro. Non solo in Italia, ma in tutto il mondo. Anche in tanti paesi dell'Africa ci si è mobilitati facendo 

iniziative di diverso genere. Sono state raccolte migliaia di firme e si sono interessati a questa iniziativa 

governi, enti locali africani, capi villaggio, in una rincorsa che, stanti spesso situazioni molto difficili, sa 

quasi di miracoloso.


Ora il premio Nobel è stato assegnato, con una motivazione che non può che rallegrarci, perché rappresenta – è stato detto - “un riconoscimento del rafforzamento del ruolo delle donne, in particolare nei 
paesi in via di sviluppo”. D'altra parte, la signora Leymah Gbowee, commentando il Nobel appena ricevuto, 
ha detto: “Questo è un premio per le donne africane. Certo, per tutte le donne, ma soprattutto per le donne 
africane”.


Sig. Presidente, vorremmo con la presente anche invitarLa a partecipare alla grande Festa che si terrà a Roma il 10 dicembre 2011, giornata mondiale dei diritti umani e giorno in cui il Comitato di Oslo 
consegnerà il Nobel per la Pace alle tre donne, che stiamo organizzando presso il Palasport di Genzano 
(RM) e che intendiamo realizzare con il contributo artistico di musicisti e rappresentanti dello spettacolo che 
riusciranno a prenderne parte. Naturalmente la realizzazione di questo evento richiede un notevole 
impegno di risorse economiche che cercheremo di affrontare sperando anche in un appoggio, anche 
minimo, da parte di tutti i sostenitori (enti locali, associazioni, istituzioni, ecc) che hanno sottoscritto la 
propria adesione alla Campagna.


Per noi sarebbe molto significativa la Sua presenza o, in caso avesse già impegni improrogabili, quella di un Suo rappresentante. Allo stesso tempo, la Sua provincia potrebbe, in base ovviamente alle 
disponibilità economiche e organizzative, promuovere un’iniziativa locale da realizzare in quella data, così 
da moltiplicare le occasioni di festa su tutto il territorio italiano.


Per ricevere maggiori informazioni, per presentare le proprie proposte e per confermare la
partecipazione si può contattare la segreteria della Campagna Noppaw all’indirizzo info@noppaw.org
oppure chiamando allo 06.5414894
RingraziandoLa per la cortese attenzione che siamo certi darà alla nostra proposta, ci è gradita l’occasione per porgere i nostri più Cordiali saluti.
Il Presidente CIPSI Il Coordinatore Nazionale ChiAma


domenica 23 ottobre 2011

Shalit non è un eroe e i palestinesi non sono criminali

Carissimo consigliere Camastra,
premetto che considero il ‘900 un secolo importante per la democrazia e per i valori di civiltà, di giustizia e di uguaglianza che ha saputo trasmettere, non solo alla mia generazione, ma anche alla tua ed a quella dei nostri figli. Premetto, inoltre, che se riuscissimo a riportare il confronto e lo scontro politico fra le idee ed i progetti, invece che fra i leader, forse avremmo valorizzato la parte migliore del 900 e cioè quella che metteva al centro dello scontro politico i bisogni delle comunità e non come avviene oggi la mera “occupazione del potere”, fra l’altro ridotto a solo servizio dei poteri forti e organizzazioni finanziarie europee e mondiali, fra l’altro speculative!
Tuttavia vorrei tranquillizzarti che il sottoscritto sa riconoscere anche gli errori del ‘900 dai quali occorre prendere le distanze e fra questi ci sono l’oppressione, la guerra, il fondamentalismo, il razzismo, lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, l’occupazione militare della terra e dei popoli, lo schiavismo. Purtroppo però non solo io, ma l’intera umanità, facciamo anche oggi ed in tante parti del mondo, i conti con quelle nefandezze del passato che, aggiunte al precariato, alla mancanza di un lavoro, di una casa e di un luogo dove vivere, collegano drammaticamente il secolo in cui viviamo con le nefandezze di quello appena trascorso.
Sai bene quanto queste cose siano importanti per me e per i comunisti che rappresento in provincia e quanto poco mi interessa la diatriba fra Berlusconi si e Berlusconi no.
Ed è proprio per questo che considero il tuo articolo pubblicato dal Corriere di Siena giovedì scorso, inesatto, pregiudiziale, fazioso e poco rispettoso delle idee degli altri. Infatti il mio Gruppo ha votato contro perché voleva inserire nel documento: “il Consiglio Provinciale di Siena chiede il rilascio di Shalit e di tutti gli altri prigionieri di guerra palestinesi e non” e tu non sei stato daccordo.
Pertanto, proprio perché da sempre siamo convinti che l’unico modo per risolvere quel conflitto sia quello di rispettare la risoluzione dell’ONU “Due Popoli e due Stati” e non schierandoci solo dalla parte di uno, fra l’altro quello più forte, armato fino ai denti e detentore “incontrollato” di armamenti nucleari. Shalit è stato rapito dentro il territorio di Gaza perché aveva fatto un’incursione in territorio nemico, allo stesso modo dei prigionieri palestinesi, spesso armati solo di sassi e bombe artigianali che pur se sono guerrieri come gli altri, non possono certo essere considerati criminali e terroristi come hanno fatto tanti onorevoli del Senato italiano. Personalmente penso che sia Shalit che i tanti ragazzi palestinesi sono vittime di una guerra dove i veri responsabili non vanno mai in prigione, ma sanno solo manovrare i fili dei figli della povera gente dove le mamme, TUTTE, sono ansiose di riabbracciare i propri cari.
Questo è la motivazione che ci ha diviso in Consiglio provinciale e spero che la liberazione di Shalit e degli altri prigionieri palestinesi sia un grande auspiscio di pace e di giustizia in quell’aria e nel mondo, come lo stesso Shalit ha dichiarato.

Antonio Falcone
Capogruppo Rifondazione Comunista
Provincia di Siena

Consiglio Provinciale Intervista capigruppo OdG 16 Settembre 2011

Consiglio Provinciale Intervista capigruppo OdG 30 Settembre 2011

Consiglio Provinciale Intervista capigruppo OdG 11 AGOSTO 2011

Consiglio Provinciale Intervista capigruppo OdG 24 Luglio 2011

Consiglio Provinciale Intervista capigruppo OdG 27 Giugno 2011

sabato 17 settembre 2011

Comunicato stampa

Esprimiamo grosse preoccupazioni, per come il Consiglio comunale ed il Consiglio provinciale di Siena, hanno affrontato l’obbligo di riaggiornare le linee di mandato della Fondazione MPS.

La necessità di aggiornare il mandato scaturiva dal fatto che per il 2012 e sicuramente per molti anni ancora, la città e la provincia di Siena saranno privati del bando straordinario che metteva a disposizione del territorio una quantità di risorse importanti soprattutto nel momento in cui da una parte il liberismo e la speculazione finanziaria e dall’altra un Governo che fa solo l’interesse dei poteri forti, ignorando il dettato Costituzionale che vuole la rimozione degli ostacoli che impediscono ai cittadini di raggiungere una effettiva parità dei diritti, stanno distruggendo la tenuta sociale costruita con grandi sacrifici dalla passate generazioni.

In un momento così delicato le forze politiche invece di riflettere insieme a tutta la comunità senese, aprendo al confronto sia le assemblee elettive che la stessa Fondazione, hanno preferito mantenere le distanze come se non portassero le responsabilità politiche e gestionali di scelte che hanno esposto in questi anni alle speculazioni finanziarie ed al dominio delle banche anche la nostra città, la quale, proprio attraverso un ruolo forte della Fondazione e delle istituzioni era riuscita a mantenere coesa non solo la tenuta economica e sociale ma anche quella storica e culturale, punto di forza importante del nostro territorio.

Riteniamo che il documento deliberato sia insufficiente e vago e che lo strano matrimonio PD, SEL, IDV e PDL costruito in Comune e rielaborato anche in Provincia, non abbia partorito niente di produttivo per invertire la tendenza delineata. Mettere al centro il "vogliamoci bene" senza dare nessuna indicazione in merito al ruolo dei consigli elettivi ed alla necessità di un confronto aperto e permanente fra questi e la Fondazione, ci sembra come far finta che nel prossimo anno la comunità non subirà seriamente un taglio di risorse che, se sommiamo i mancati utili della banca con i tagli degli Enti Locali, supererà ampiamente il mezzo miliardo di euro per tutto il territorio provinciale.

A nostro avviso occorreva pronunciarsi fermamente per un cambio di rotta che bloccasse le esternalizzazioni e valorizzasse le risorse e le competenze interne della Fondazione e nello stesso tempo mantenesse alta e rigorosa l’attenzione verso la Banca Mps e verso le partecipate dove le nomine non devono essere scelte fra la cerchia degli amici ma attraverso una trasparente selezione delle professionalità.

E’ necessario, quindi, valutare fino in fondo le scelte passate come quelle dell’acquisizione dell’Antonveneta, assumendoci ognuno le nostre responsabilità (compresi noi del PRC). Rifare gli errori che hanno portato ad un sempre crescente snaturamento della storia della banca per inseguire le mode liberiste sarebbe imperdonabile, così come il tanto osannato posizionamento sul mercato finanziario, invece di produrre ricchezza ha finito con esporre alla speculazione anche importanti servizi ed investimenti del territorio dove il MPS detiene significative quote azionarie.

Infine ci aspettavamo, che in un momento così difficile, le indicazioni sulla distribuzione di eventuali risorse disponibili venissero date prioritariamente al sostegno di chi non percepisce nessun tipo di indennità, e che si dichiarasse esplicitamente con quali criteri verranno assegnate le poche risorse disponibili, visto che tale assegnazione avverrà in assenza di bandi pubblici.

Il Direttivo del Circolo PRC di Siena
Il Segretario provinciale del PRC – Loriano Checcucci
Il Consigliere provinciale – Antonio Falcone

venerdì 16 settembre 2011

Ordine del Giorno sulla Fondazione MPS

Premesso che
Il dibattito istituzionale che si è aperto sul tema della Fondazione Monte dei Paschi è inserito in un contesto socio economico delicatissimo per il futuro del nostro Paese. La Toscana e Siena non sono immuni dalla tendenza recessiva che sta attraversando tutti i paesi a capitalismo avanzato dell’Europa. Intere aree economiche anche della nostra provincia vivono gli effetti di questa crisi che crea, oltre all’instabilità dei mercati finanziari, disoccupazione.
La disoccupazione e la cassa integrazione che subisco i lavoratori del settore industriale della Val d’Elsa e la crisi che vive Chianciano Terme sono esempi concreti degli effetti devastanti di questa fase. Il Governo ha nascosto per troppo tempo la portata della crisi e le due manovre finanziarie aggravano la situazione colpendo quelle classi più deboli che erano e sono sempre di più in grosse difficoltà. In questo contesto verte il dibattito istituzionale sul futuro della Fondazione MPS.
La Fondazione del Monte dei paschi, purtroppo, si è trovata ad affrontare alcuni passaggi strategici, fra cui, quello più importante, l'aumento di capitale della Banca MPS, aumento di capitale necessario per mantenere l'indipendenza di una banca che ha solide radici nel territorio e che da sempre ha alimentato lo sviluppo economico ed ha contribuito a mantenere alti i livelli qualitativi del sistema di Welfare senese.
I due bandi straordinari, pur insufficienti, hanno confermato l’impegno della Fondazione a percorrere questa strada mantenendo inalterati i compiti a cui è stata destinata dalla sua nascita. In questa situazione così descritta, per i Comunisti senesi, la Fondazione Monte Paschi dovrà mettere in campo tutte le proprie forze per mantenere il controllo della conferitaria mantenendo alto il rigore e l’attenzione sulla stessa e sulla sua ristrutturazione, dando priorità alla riduzione del debito (la conferitaria dovrà fare uno sforzo notevole per mantenere l'impegno preso con il Piano Industriale 2011-2015) e nello stesso tempo continuare a privilegiare gli interventi liberando risorse, consci delle difficoltà attuali, nel sociale attraverso il sostegno al Welfare, allo sviluppo locale e alla cultura cosi da ritornare ad essere punto di riferimento per tutto il territorio.
Ritenuto che
In questo quadro di difficoltà generale causato dalle politiche liberiste che hanno visto nella speculazione finanziaria la determinazione dei destini dei popoli e delle scelte politiche;
Gli errori e l’incapacità politica dei governi che si sono succeduti negli anni 90, l’improvvisazione e l’inadeguatezza dell’attuale governo, la mancanza di autorevolezza della politica e dei partiti ormai deformati rispetto al loro ruolo costituzionale, hanno determinato un quadro economico e sociale che non è riuscito a far fronte agli attacchi speculatori della finanza;
L’esposizione ai mercati azionari dei servizi pubblici (rifiuti, trasporti, approvigionamento idrico, etc…) attraverso la partecipazione azionare di privati e di banche, compreso il MPS, ha indebolito il ruolo delle istituzioni ed ha spostato le decisioni in altri luoghi, dando alla banca un ruolo politico determinante;
Il Gruppo comunista, in questo contesto, ha cercato di riaprire una discussione che mettesse al centro due temi, a nostro avviso prioritari, la gestione dei servizi pubblici (anche alla luce della volontà espressa dai cittadini nel referendum del 12 e 13 giugno) e per il sostegno al reddito di chi non lavora e non percepisce nessun tipo di contribuzione. Purtroppo la nostra iniziativa si è scontrata con un atteggiamento ostile ed incomprensibile da parte della maggioranza e degli altri gruppi politici;
Tuttavia, rimaniamo convinti che se non si apre una discussione su questi temi, crediamo sarà difficile dare delle indicazioni autorevoli e legati all’effettivo bisogno dei nostri territori e soprattutto delle debolezze presenti che cominciano ad essere tante;
In questo quadro, dove purtroppo nemmeno la ricapitalizzazione resasi necessaria, non solo per la crisi finanziaria generale ma anche per scelte sbagliate interne, sembra essere insufficiente,
riteniamo che
sia insufficiente proporre delle linee vaghe come hanno fatto il PD ed il PDL insieme in Consiglio Comunale e si apprestano a fare anche in questo contesto;
sia inutile fare un elenco della spesa, viste le magre possibilità di erogare utili alla città ed al territorio;
non ha nessun valore risparmiare quando sono finiti i soldi.
Pertanto invitiamo il consiglio provinciale a deliberare che
si avvii all’interno della Fondazione un cambio di rotta che abbandoni le esternalizzazioni, valorizzi le risorse e le competenze interne;
si mantenga alta e rigorosa l’attenzione verso la Banca e soprattutto verso le partecipate attraverso la valorizzazione delle competenze e delle professionalità nelle scelte delle rappresentanze;
si mantenga un rapporto aperto con il Consiglio Comunale e con quello provinciale, in modo che eventuali risorse disponibili siano veramente destinate a settori decisivi e strategici per la protezione sociale e per lo sviluppo, considerando anche i continui cambiamenti dei quali spesso neanche la politica riesce a coglierne gli effetti con la dovuta tempestività;
si dia priorità al sostegno di chi non percepisce nessun tipo di indennità.
Antonio Falcone
Voti favorevoli: 1 (PRC-PDCI)
Voti contrari: 7 (PDL e Mauro Bieanchi (PD))
Astenuti: 11 (PD)
Non hanno partecipato al voto: 2 (IdV e Sinistra e Libertà)

domenica 11 settembre 2011

Il capitalismo senza opposizione di classe

Il novecento si è caratterizzato del conflitto "Capitale-Lavoro".
Da una parte le rivoluzioni: Russia, Cina, India, Sud Africa;
dall'altra le guerre imperialiste: Vietnam, Palestina, Nord Africa.
Tutto si è svolto naturalizzando il conflitto fra chi produce e chi mette da parte la ricchezza prodotta, tra chi vive a stenti del proprio lavoro e chi vive agiatamente del lavoro degli altri. Crescita globale o deformazione cellulare?
I furbi, i capaci, i potenti, i paranoici, i prendi, i lecca, i beat, il Parto delle Nuvole Pesanti, i Petrolieri, gli armaioli, i calciatori, i condomini, le zanzariere, i west coast, la Divina Provvidenza, La Mecca, l'Ozono, gli scanna balene, i glocal, la Padania, Yeltsin e papa Voytila, gli Intillimani, Chavez, Fidel Castro e Lula.
Diverse sono le categorie che hanno preso forma da questo scontro, tutte comunque dentro
un confine di civiltà che ha costruito poteri ma anche contro-poteri, che ha costruito privilegi ma anche diritti, che ha costruito lobbie ma anche protezione sociale, che ha costruito imperi ma anche stati e governi. Nel mondo Antico si cominciava ad avere l'illusione del benessere, così si sono anticipati i tempi.
Il 2000 è iniziato nel 1990 e cioè quando le garanzie sono diventati lacci, la giustizia è diventata dogmatismo, l'uguaglianza è diventata ideologia nefanda.
Come ha fatto il capitalismo ha sventrare il conflitto? Come ha fatto ha ridurlo a spettacolo?
Ha cominciato con l'introduzione del bipolarismo, della stabilità, della governabilità.
Ha spostato nella rappresentanza e negli eletti le responsabilità del sistema e nel frattempo ha sostituito l'economia con la finanza. Gli eletti si sono autonominati ed i partiti (laboratorio di crescita e di idee) non sono più serviti.
I potenti per arricchirsi non hanno più dovuto reinvestire il profitto. Gli è bastato trasformare in casinò i titoli azionari e per fare questo prima si sono impadroniti dei servizi attraverso le privatizzazioni e poi hanno costruito il muro della vergogna dentro la separazione dal cervello collettivo! Diabolico ma fantastico! Demenziale ma coinvolgente!
Un mondo senza idee, un mondo del fare, dei governi sorridenti, della politica parlata, dei talk show, dei tecnici della parola. Al posto dei padroni ecco i General Manager, al posto dei caporali ecco i nominati, i direttori dei media, i manovratori del destino.
Brutti tempi! Per fare questo non bastava far cadere il muro ideologico occorreva trasformare l'opposizione di classe in anticorpo del sistema. In Italia il PCI prima e l'ex PCI subito dopo sono diventati funzionali anzi protettori dei poteri che avevano combattuto per mezzo secolo.
I poteri occulti, prima hanno foraggiato il terrorismo e poi l'Unità Nazionale, trovando in quest'operazione la strategia liberista e testando sul campo l'appiattimento dei corpi e degli anti corpi. Insomma prima hanno diffuso il virus e dopo il siero per combatterlo, proprio come nei laboratori farmaceutici che ogni autunno inventano un'influenza e dopo pochi mesi si accaparrano le commesse dei ministeri della salute per gli antidoti.
Anche quel piccolo rimasuglio di opposizione comunista, presto si è trasformava in opposizione radicale e dal sogno del mondo migliore è passata a quello del mondo possibile fino ad arrivare alle poltrone garantite. Così i diritti conquistati sono diventati privilegi dai quali liberarsi in nome della crescita e dello sviluppo, e la responsabilità dei socialisti di Craxi è stata rimpiazzata con l'antiberlusconismo (spauracchio) di Prodi e Bertinotti fino ad arrivare alle manovre per salvare la borsa e la sudditanza alla BCE.
Ora mi chiedo c'è ancora tempo per l'opposizione di classe? Possiamo costruirla ancora noi o dobbiamo aspettare che lo faccia il capitalismo?

venerdì 19 agosto 2011

Il PD ed i Referendum

Capisco che sono giorni di Pali, di Giostre, di Sagre, di allegria e di serenità, ma non si può tacere ed ignorare quanto avviene sul fronte dell’interesse generale. Quanto è troppo è troppo. Sono passati 67 giorni dal Referendum chiesto dalla gente, dai forum, da tante associazioni e liberi cittadini e fatto proprio anche dal PD con la convinzione che non c’è nulla di male nel ravvedimento, fra l’altro quello “operoso” è previsto dalla legge. Sono consapevole che per emanare, dispositivi di legge, delibere, regolamenti, ci vuole tempo! Ma richiedere ancora privatizzazioni, anzi accusare il governo di averne fatte poche è veramente paradossale. Invece di combattere la politica del governo perché troppo liberista e poco attenta ai bisogni collettivi, il PD lo incalza perché poco liberista.
Nel momento in cui perfino Nouriel Roubini, affermato economista del liberismo moderno sostiene che il capitalismo è finito e che forse Marx aveva ragione; Obama, la Confindustria e tanti altri si sono convinti che l’indebolimento del pubblico è stato letale per l’intera economia mondiale; tutti chiedono più soldi pubblici, più controlli statali nell’economia, perfino gli Stati Uniti devono ricorrere alla Federal Reserve per tamponare la disfatta del capitalismo speculativo.
Il PD, invece, chiede ancora liberalizzazioni, forse il disco bloccato sulla stessa nota gli permette di evitare di ammettere che lo scioglimento del PCI è stato un fallimento.
L’esposizione ai mercati finanziari e quindi alla speculazione globale dei cespiti derivanti dai servizi pubblici locali ha causato il crack finanziario ed il commissariamento dell’Italia.
I più vecchi ricorderanno che il blocco di 4 punti della contigenza portò allo scippo totale della scala mobile e questo venne fatto per favorire lo sviluppo e la competitività, in realtà ridussero gli stipendi e la circolazione interna del denaro. L’entrata nell’euro, non doveva favorire la modernizzazione e la crescita? Ricordate la flessibilità e la precarietà: non avrebbero dovuto favorire la competizione delle aziende ed impedirne l’emigrazione all’estero? Ricordate le privatizzazioni (STET, ENEL, UFFICIO DI COLLOCAMENTO, ALITALIA, FS, POSTE E TELECOMUNICAZIONI, SERVIZI PUBBLICI LOCALI): non avrebbero dovuto ridurre il debito pubblico? I cittadini, saranno troppo indaffarati con le faccende di tutti i giorni e magari attratti dai mezzi di distrazione di massa, avranno perso fiducia nei partiti e nelle organizzazioni di massa diventati lobbie più che luoghi di confronto di idee e principi, si saranno fatti abbindolare dai talk show e dai nuovi beceranti della politica, ma non sono certo rincoglioniti! Con il voto del Referendum hanno dimostrato attenzione e competenza. L’esito del Referendum avrà spiazzato la casta ma non certo l’entusiamo dei migliaia di giovani, dei tanti che hanno raccolto firme e riempito le piazze, senza organizzazione, senza soldi ma con convinzione di porre riparo alle malefatte della politica liberista dell’ultimo trentennio. La gente non è incazzata solo perché i rappresentanti del popolo sono pagati troppo ed hanno tanti privilegi, ma soprattutto perché oggi la politica non serve a nulla ed i politici sono impotenti, incapaci di esprimere opinioni. Con la fine dei partiti e la soppressione del proporzionale e delle preferenze non esistono più i “rappresentanti del popolo”, la verità è che il rappresentante è “eletto” ancor prima di votare. Insomma concluso il Referendum, tutto tace, “passato il santo gabbata la festa”, nel frattempo la contromanovra di Bersani vuole completare al più presto il processo delle privatizzazioni, i suoi senatori hanno presentato una mozione per privatizzare al più presto le spiagge nonostante quelle rimaste libere sono veramente poche ed il mare sta diventando un miraggio, almeno per la maggioranza del popolo. Questo atteggiamento del PD è ben rappresento nel Consiglio Provinciale di Siena. Il 24 luglio abbiamo chiesto di rinviare la gara sul Trasporto Pubblico Locale per rispettare l’abrogazione dell’art. 23 bis della Legge 133 e pur di non ammettere che hanno fretta di privatizzare, hanno impedito la votazione appellandosi ad un cavillo del regolamento, appositamente segnalato dal rappresentante di SEL. L’11 agosto abbiamo presentato una mozione che chiedeva di valutare attentamente “se e come fare” le gare sui Trasporti e sui Rifiuti ed inoltre inserire nello Statuto che l’Acqua è un diritto essenziale che non può essere gestito a scopi lucrativi. I consigieri del PD soccorsi anche stavolta dall’attivo rappresentante di SEL, hanno votato contro! Alla faccia di 27 milioni di persone, meglio chiedere al Governo che faccia una Legge di Riforma dello Stato, come fa il Sindaco di Poggibonsi, così nel frattempo in Toscana si concludono le privatizzazioni!

venerdì 12 agosto 2011

Troppo comodo cavare i ragni dal buco con le mani degli altri

PD e SEL sono sempre pronti ad impegnare gli altri ma mai disponibili ad impegnare se stessi,
il Referendum del 12 e 13 giugno ha detto no alla privatizzazione dell'acqua e dei servizi di interesse pubblica, in Toscano, però, le gare sui trasporti, i rifiuti e sul servizio idrico proseguono spedite e quando gli si chiede di valutare attentamente e di inserire negli statuti che l'acqua è un diritto essenziale e che il servizio non deve essere gestito a scopo di lucro,votano contro. Il PCI è sepolto da anni ma oramai anche una lieve parvenza di sinistra è affossata con il bagno di potere e di neoliberismo di cui si sono inebriati.

Infatti dopo il referendum del 12 e 13 giugno in cui 27 milioni di italiani hanno detto chiaramente no alla privatizzazione dell'acqua e dei servizi di interesse pubblico (abrogazione art. 23 bis DL 112/2008), TUTTO TACE.

Molti di noi sapevamo che il PD, SEL e l'IdV avrebbero sfruttato l'ondata di cambiamento a fini politici e di antigoverno (niente di scandaloso) e se ne sarebbero fregati del resto. Tanti compagni però sostenevano il contrario e credevano che si erano ravveduti rispetto alla politica neoliberista degli anni 90 che ci ha portato allo sfascio totale (privatizzazione per diminuire il debito pubblico. Risultato=debito pubblico aumentato e servizi esposti alla speculazione finanziaria delle borse= grande sinistra=grande Prodi etc...)

Cronaca del Consiglio Provinciale dell'11 agosto 2011

Presento la mozione, di seguito riportata, e che in sintesi chiedeva di "FERMARE" le gare in atto ed ogni iniziativa che contrastava con l'esito del referendum, inseriva nello STATUTO, il principio sull'acqua come bene essenziale e chiedeva al Governo di leggiferare secondo quanto chiesto dal Referendum.

Il PD, SEL e l'IdV chiedevano delle modifiche perchè trattandosi di una mozione avrebbe impegnato la Provincia anche su cose non di competenza e quindi andava rifurmulato il tutto.

Dopo un acceso dibattitio con la sospensione del Consiglio e la riunione dei capigruppo, accolgo le richieste ed al posto di FERMARE abbiamo inserito VALUTARE ATTENTAMENTE, abbiamo cancellato rilevanza economica ed invece di impegnare la Giunta verso il Parlamento, abbiamo sostituito con CHIEDERE al Parlamento (di seguito la mozione con le modifiche).

Quando SEL e PD hanno visto che venivano accettate le proposte, hanno pensato bene di rimangiarsi tutto e presentare un OdG (vedi allegato) incidentale che copiava
interamente la mozione nostra, togliendo le cose che impegnavano la Provincia e lasciando solo quelle che impegnavano il governo.

TROPPO COMODO CAVARE I RAGNI DA BUCO CON LE MANI DEGLI ALTRI

L'esito della votazione (lo avete visto dalla stampa che come al solito si è guardata bene dal fare la cronaca vera della giornata) PRC-PDCI, IdV, Lega e PDL a favore della nostra mozione (chiaramente la destra in modo strumentale, altrimenti non si capisce come mai al governo sostengono le privatizzazioni)
PD contro e SEL non ha partecipato al voto motivando che la mozione era strumentale

Conclusione

Siccome la stessa cosa è avvenuta in altri comuni della provincia, nel comune di Arezzo ed in Provincia di Arezzo e Firenze, almeno per quando sono a conoscenza io, ma sicuramente è avvenuto anche in altre parti d'Italia.

credo che la cosa ha una rilevanza politica che merita
sicuramente un riflessione sui rapporti con questi soggetti, che si definiscono ancora di sinistra

Scusate il disturbo delle vacanze, ma era doveroso informarvi.

Antonio

Mozione modificata dopo le richieste di PD, SEL e IdV


mercoledì 20 luglio 2011

Attuazione della volontà popolare espressa dal voto referendario del 12-13 giugno 2011: abrogazione dell’art. 23 bis del DL 25/06/2008 sui Servizi Pubblici di rilevanza economica e ripubblicizzazione dei servizio idrico come servizio pubblico essenziale di interesse generale e privo di rilevanza economica al fine di garantire l'accesso all'acqua per tutti e di evitare processi lucrativi su di essa. Acqua come bene comune, modifica dello Statuto Provinciale.

Il Consiglio Provinciale di Siena

Premesso che
l'acqua è un bene essenziale ed insostituibile per la vita e, pertanto, la disponibilità e l'accesso all'acqua potabile e all'acqua necessaria per il soddisfacimento dei bisogni collettivi costituiscono un diritto inviolabile dell'uomo, un diritto universale, indivisibile, che si può annoverare fra quelli di cui all'articolo 2 della Costituzione;
con la promulgazione della Carta Europea dell'Acqua (Strasburgo 1968) la concezione dell'acqua come “bene comune” per eccellenza si e progressivamente affermata a livello mondiale;
la Risoluzione del Parlamento Europeo del 15 marzo 2006 sul IV Forum mondiale dell'Acqua dichiara “l'acqua è un bene comune dell'umanità” e chiede che siano esplicati tutti gli sforzi necessari a garantire l'accesso all'acqua alle popolazioni più povere entro il 2015 ed insiste affinché “la gestione delle risorse idriche si basi su un'impostazione partecipativa ed integrata, che coinvolga gli utenti ed i responsabili decisionali nella definizione delle politiche in materia di acqua a livello locale e in modo democratico”;
la risoluzione del Parlamento Europeo dell'11 marzo 2004 sulla strategia per il mercato interno già affermava “essendo l'acqua un bene comune dell'umanità, la gestione delle risorse idriche non deve essere assoggettata alle norme del mercato interno”
il principio dell'accesso all'acqua come diritto fondamentale di ogni persona, secondo criteri di parità sociale e di solidarietà, è stato, altresì, recentemente ribadito dall'assemblea Generale delle Nazioni Unite (Risoluzione ONU del 29 luglio 2010);

Considerato che

l'esito della consultazione referendaria del 12 e 13 giugno scorso ha determinato l'abrogazione sia dell'articolo 23 bis del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con la legge 6 agosto 2008, n.133 e successive modificazioni e integrazioni, che riguarda l’abrogazione dell’obbligo di privatizzazione dei servizi pubblici di interesse economico;
una larga maggioranza di cittadini ha espresso una chiara volontà di fermare le privatizzazioni, non consegnando al mercato la gestione dei principali servizi pubblici locali impedendo così di fare profitti;
è opportuno introdurre nello Statuto Provinciale la definizione di servizio idrico integrato come servizio pubblico essenziale di interesse generale e privo di rilevanza economica al fine di garantire l'accesso all'acqua per tutti e di evitare processi lucrativi su di essa;

Evidenziato che

il Consiglio di Stato con una sentenza del 2010 ha affermato che gli Enti Locali possono decidere sulla natura del servizio pubblico locale, di cui sono titolari, e dunque sulla loro gestione;

Ritenuto che

sia necessario individuare e fare propri alcuni principi basilari in tema di concezione dei servizi pubblici come bene comune;
sia opportuno prevedere, in tale percorso di scelte, la consultazione delle organizzazioni della “cittadinanza attiva”, al fine di realizzare il necessario processo partecipativo;
che uno degli obiettivi e rendere le società di gestione dei servizi di interesse pubblico soggetti giuridici di diritto pubblico, con le caratteristiche di azienda improntata a criteri di economicità, efficienza, trasparenza e partecipazione;

Ciò premesso il Consiglio Provinciale di Siena fa propri i seguenti principi:

• l'acqua è un bene comune, un diritto umano universale non assoggettabile a meccanismi di mercato;

• la proprietà e la gestione dei servizi devono essere pubbliche e improntate a criteri di equità, solidarietà (anche in rapporto alle generazioni future) e rispetto degli equilibri ecologici;

IMPEGNA LA GIUNTA PROVINCIALE:

a predisporre le necessarie modifiche statutarie per la definizione del servizio idrico come servizio pubblico essenziale di interesse generale e privo di rilevanza economica al fine di garantire l'accesso all'acqua per tutti e di evitare processi lucrativi su di essa;
a promuovere ogni iniziativa, per quanto di sua competenza, per sostenere e mettere in campo tutte le azioni necessarie affinché vengano fermate tutte le iniziative in essere per la messa a gara della gestione dei servizi ed in particolare del Trasporto Pubblico Locale e dei Rifiuti;
ad attivarsi con il Parlamento per definire un quadro normativo in linea con la volontà espressa dagli elettori e quindi ad adeguare i dispositivi secondo l’esito dei referendum.

Il Capogruppo Consiliare
Antonio Falcone

lunedì 18 luglio 2011

Replica al Corriere di Siena

Leggendo il giudizio che il Dott. Stefano Bisi ha espresso nella nota pubblicata dal Corriere di Siena il 15 Luglio a Pag. 5 e quello di Simone Bezzini e del Sig. Marzucchi del giorno dopo, sul rapporto degli eletti con l’anonimato, segnalo che la perdita di stile della politica e dell’informazione hanno una stretta dipendenza con il “quadro generale” basato sul Gossip invece che sulla centralità delle istituzioni, mentre le pari opportunità tra eletti e potere, spesso sono barzellette. In una Conferenza stampa in Provincia convocata dal mio Gruppo, per lanciare una campagna a sostegno dei disoccupati, si è presentato un solo giornalista (fra l’altro fotografo); domanda: avviene la stessa cosa, quando la conferenza stampa viene convocata dal Potere?
Inoltre, chi mi conosce, sa bene che non rappresento quella trasparenza e quel new modo di fare politica di cui si riempono la bocca i moderni aspiranti alle Seggiole. Per un eletto, la vera trasparenza è il rispetto della costituzione, per cui tutte queste forme psudoinnovative sull’etica e sui valori della purezza, mi lasciano indifferente, anche se chi sono, cosa faccio e quanto guadagno è evidenziato chiaramente sul sito della Provincia e negli atti della Segreteria. Sono fiero di appartenere ad una tradizione nella quale uno dei suoi massimi esponenti 30 anni fa, sosteneva: “che il privilegio va combattuto e distrutto ovunque si annidi, che i poveri e gli emarginati, gli svantaggiati, vanno difesi, e gli va data voce e possibilità concreta di contare nelle decisioni e di cambiare le proprie condizioni, che certi bisogni sociali e umani oggi ignorati vadano soddisfatti con priorità rispetto ad altri, che la professionalità e il merito vadano premiati, che la partecipazione di ogni cittadino e di ogni cittadina alla cosa pubblica debba essere assicurata”, per cui non ho nessuna necessità di sottoscrivere impegni sull’etica e sulla moralità, questi sono già scritti nei simboli che rappresento!
Vorrei tranquillizzare che la mia intervista non vuole leggittimare l’anominato tantomeno azioni diffamatorie di qualcuno, ha solo la pretesa di potersi mettere a disposizione di chiunque gli dia voce per mettere a conoscenza tutti i cittadini sull’attività del consiglio, indipendentemente dai loro nomi e cognomi.
Preciso che il Gruppo Rifondazione-Comunisti Italiani eletto nel 2009 con 8.581 voti, non ha alleati e si colloca all’opposizione sia del Centro-Sinistra che del Centro-Destra, non ha nessun interesse di nascondere il proprio operato, basta seguirne l’attività consiliare per verificarlo sul campo.
Personalmente sono sempre disponibile a qualsiasi contraddittorio o intervista che il Corriere o qualsiasi altro giornale ritengono utile al fine di favorire la partecipazione e la conoscenza dei cittadini sulle attività inerenti la nostra presenza in consiglio provinciale.
Spero che il Dott. Bisi voglia fare altrettanto!

venerdì 15 luglio 2011

La redazione di Fratello Illuminato intervista Antonio Falcone, Capogruppo di Rifondazione Comunista nel Consiglio provinciale di Siena

1) Antonio Falcone è un esponente della prima ora del Partito della Rifondazione Comunista della provincia di Siena oltre che un amministratore pubblico. Com’è lo stato di salute del suo partito in provincia di Siena anche alla luce del risultato deludente delle ultime elezioni amministrative di Siena?

Non è molto buono, purtroppo le varie scissioni, ultima quella di SeL, ma soprattutto la solita diatriba rispetto ai rapporti con il PD spesso è causa di problemi interni che non aiutano l’ottimo lavoro che i compagni portano avanti nei comuni ed anche a livello provinciale. A Siena siamo in una fase di ricostruzione del partito ed il lavoro sta pesando su pochi compagni e quindi spesso non è visibile all’esterno sufficientemente.

2) Lei è il capogruppo di Rifondazione Comunista in consiglio provinciale: che giudizio esprime sulla giunta Bezzini? E quali dovrebbero essere le priorità dell’amministrazione provinciale anche alla luce della grave crisi economica attuale?

Il Giudizio è positivo, perché sia il Presidente che i suoi Assessori lavorano intensamente. Rimangono le distanze politiche soprattutto per il fatto che il Consiglio spesso è messo in un angolo e questo è sicuramente poco rispettoso nei confronti degli elettori. Pensi che i Gruppi non hanno nemmeno un PC, un telefono ed un luogo dove incontrare i cittadini e questo rispetto ad altri consigli vicini (vedi Arezzo) non è proprio una bella cosa.
Le priorità dovrebbero essere la protezione sociale e lo sviluppo sostenibile. Si dovrebbe fare di più per chi è senza lavoro e senza nessun tipo di indennità!

3) Quali sono le vostre valutazioni sulla situazione della Fondazione e banca MPS?E cosa ne pensate dell’ipotesi di un terzo mandato per l’avvocato Mussari alla presidenza di MPS?


La situazione della Banca e della Fondazione, purtroppo la leggiamo sui giornali, personalmente da tempo chiedo un confronto per capire cosa sta succedeno. Certo che se analizziamo le scelte fatte fino ad oggi, il fatto che vengono estromessi i Consigli dalle decisioni non ha portato sicuramente buoni frutti. Considerata la situazione generale, siamo veramente preoccupati. Il 15 avremo, finalmente un confronto con la Fondazione in Commissione Affari Generali, speriamo di poter comprendere che c’è la faremo ad uscire dal tunnell ma sono preoccupato. Rispetto a Mussari non lo conosco e non sono in grado di giudicarlo. Penso però che il problema non sono le persone ma quanto riesce ad influire la Città e la Provincia nelle scelte della Fondazione. Quando parlo di città e provincia mi riferisco a tutti e non a due o tre persone.

4) Un giudizio sulla gestione del trasporto locale.

Sono completamente in disaccordo con la gara unica regionale, secondo me occorre ritornare alle aziende pubbliche e fermare la gara, come del resto hanno chiesto 27 milioni di italiani con il referendum del 12 e 13 giugno. Inoltre con i tagli del governo per reperire le risorse si sta facendo la cosa più semplice, tagliare le corse ed il personale. Noi lavoreremo per modernizzare il servizio e tutelare le fasce deboli. Ma se il servizio avrà come obiettivo il profitto difficilmente potrà rispondere all’interesse generale!

5) Come valuta la gestione dell’università di Riccaboni e Fabbro che di fatto hanno attuato solo politiche contro i lavoratori e autoreferenziali?

Come al solito: i baroni sbagliano ed i lavoratori pagano, troppo facile. La questione dell’Università è molto seria. Finalmente abbiamo attivato un confronto con il rappresentante della Provincia nel CdA, anche se poi abbiamo saputo della sua nomina dai giornali. Tuttavia se il Comune e la Provincia staranno vicini all’università avranno modo di far valere le ragioni degli studenti e dei lavoratori ma anche degli interessi storici, culturali ed economici che riveste la nostra Università. Se pensiamo ai buchi ed ai silenzi responsabili dovremmo solo incazzarci, in ogni caso vigileremo e cercheremo di rapportarci con i veri protagonisti dell’ateneo: lavoratori e studenti!

6) Che cosa ne pensa della proposta di abolizione delle province?

E’ una bufala, basti pensare che Di Pietro ha votato l’aumento di 1230 euro mensili alla già vergognosa indennità dei parlamentari (circa 20000 euro mensili tra indennità ed accessori). Inoltre l’unica cosa che può abolire sono i rappresentanti eletti dal popolo, perchè qualcuno le strade le dovrà pur fare e tutte le altre funzioni che svolgono le provincie che fine faranno? Cambierebbe il nome e basta. Sono solo buffonate.
Abolirle costerebbe il doppio che tenerle. A me sembra che Di Pietro voglia fare solo propaganda a meno che non vuole dare tutte le funzioni al Prefetto o al Questore e togliere al popolo la possibilità di eleggere i propri rappresentanti.
E’ una visione politica ma non è certo vicina alla mia!
E poi non penso che si risolverebbero i problemi del debito pubblico risparmiando i 60 euro lordi di un consigliere.

7) Quali sono le prospettive futuro del suo partito e i possibili rapporti futuri con il centrosinistra senese?

L’obiettivo del mio partito dovrà essere quello di riannodare i rapporti con il proprio elettorato, con i lavoratori, con gli studenti, con i disoccupati, con chi ha grosse difficoltà ad arrivare alla fine del mese. Non ci interessano poltrone o potere. Ci interessa che le cose migliorano per i senesi. In ogni caso spero che i rapporti con il centro-sinistra migliorino, questo non vuol dire che dobbiamo entrare in maggioranza ma poter dare il nostro contributo rimanendo ognuno al suo posto. La vedo dura perché l’atteggiamento del Centro-Sinistra è spesso simile a quello di Berlusconi con il governo nazionale e cioè pensa tutto lui!

sabato 9 luglio 2011

Rappresentanti e Nominati

L’articolo 7 dello Statuto della Fondazione MPS recita:
1. La Deputazione Generale è composta da sedici membri nominati:
• otto dal Comune di Siena, di cui uno d’intesa con la Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Siena;
• cinque dalla Provincia di Siena, di cui uno d’intesa con la Consulta Provinciale del Volontariato istituita ai sensi dell’art. 6 della Legge Regionale Toscana 15/4/1996 n. 29 e del comma 4 dell’art. 10 dello Statuto della Provincia di Siena;
• uno dalla Regione Toscana;
• uno dall’Università degli Studi di Siena;
• uno dall’Arcidiocesi di Siena, Colle di Val d’Elsa e Montalcino.
2. I membri della Deputazione Generale non rappresentano gli Enti dai quali sono stati nominati, né rispondono ad essi del loro operato.
In sostanza da una parte si dice che la Fondazione MPS rappresenta Siena e la sua Provincia e dall’altra si dice che i nominati sono autonomi rispetto a Siena ed alla sua Provincia. Per una normale lettura sembrerebbe esserci una forte contraddizione fra i due commi. Se invece si analizza la storia di Siena e la grande capacità dei senesi nel saper condividere fra tutti la propria cassaforte, trovo giusto e normale che i deputati del Monte abbiano piena autonomia nell’amministrare la Fondazione, sono autonomi in quanto fiduciari! Altra cosa è il confronto e la partecipazione, dovrebbe essere normale che la Fondazione che controlla l’azienda più importante di Siena e che rappresenta il passato, il presente ed il futuro dell’intera provincia, avesse continui rapporti con le istituzioni.
In condizioni ordinarie ci dovrebbero essere almeno due o tre confronti all’anno con i consigli comunale e provinciale, luoghi dove siedono i rappresentanti del popolo senese! Ci dovrebbe essere un confronto serrato con i bisogni e le scelte della città e della Provincia, magari chiedendo anche a loro, perché no, politiche di rigore e scelte oculate e di qualità. Oggi è un momento straordinario, siamo ad un bivio dove, dal percorso della strada che imboccheremo, dipenderà il destino di migliaia di persone e tutto questo nel pieno di una crisi mondiale della finanza e dell’economia e dentro un contesto sociale di piena crisi di valori e di idee. che lasciano presupporre incertezze e baratri dai quali non siamo sicuri se mai ne usciremo e come ed in quali forme riusciremo a farlo. Mi chiedo come è possibile che la Fondazione abbia sottoscritto 2.440.313.946 azioni ordinarie (50,578% del totale delle nuove azioni emesse dalla Banca e che l’operazione probabilmente porterà la Fondazione ad un indebitamento di 350/400 milioni di euro e come è possibile che lo abbia fatto senza un minimo confronto con il consiglio comunale e con quello provinciale? Se rimane valido il concetto che nei momenti difficili si deve essere uniti e mettere da parte gli interessi di ogni singola bottega è altrettanto vero che occorre confronto, condivisione e partecipazione, altrimenti si conferma anche a Siena, quello che avviene da tempo a livello nazionale: “ghe pensi mi”!

martedì 28 giugno 2011

Comunicato stampa

Il Gruppo consiliare comunista della provincia di Siena, chiarisce che la posizione espressa nel consiglio provinciale del 27 giugno e relativamente all’OdG presentato dai Gruppi PD-IdV-La Sinistra sulla centrale a biomasse di Colle Val D’elsa, non è riferita al merito della questione ma vuole stigmatizzare l’atteggiamento alla “ghe pensi mi” praticato dalla maggioranza consiliare.
Non abbiamo partecipato al voto perché contestiamo l’autosufficienza dei gruppi di maggioranza e la strumentalizzazione manifestata in particolare dal Gruppo La Sinistra rispetto al coinvolgimento delle opposizioni ai lavori delle commissioni..
Il rifiuto di portare in commissione l’OdG e quindi la mancata volontà di condividare all’unanimità del consiglio le preoccupazioni sulla centrale, ha determinato un atteggiamento di astensione che chiedeva l’impegno di aprire una discussione sul Piano Energetico provinciale.
Purtroppo, per il PD, l’IdV e La Sinistra la partecipazione ed il coinvolgimento si esauriscono attraverso la consegna di un dischetto già confezionato.
Il nostro Gruppo, invece, è convinto che occorre approfondire la tematica energetica attraverso un piano scaturito dal coinvolgimento di tutte le forze politiche ed in primo luogo delle comunità locali. Non si può avere due pesi e due misure ed a secondo della quantità di consenso che si può guadagnare con un OdG che, fra l’altro, esprime solo considerazioni e che non ha nessun valore deliberativo.
Altra cosa è pianificare una politica energetica che si basi principalmente sul coinvolgimento delle comunità locali che dispongono della titolarità del territorio.
Questo valeva per la centrale a biomassa di Gallina, per quella di Sinalunga e vale per quella di Colle. Noi siamo dalla parte dei cittadini sempre e non solo quando è più conveniente ed è per questo che sollecitiamo una discussione ampia sul Piano Energetico Interprovinciale.
Critichiamo fortemente la politica del governo nazionale che lascia decidere ad una semplice DIA la nascita o meno di siti energetici che modificano la qualità dell’aria e cedono al profitto delle multinazionali la sovranità dei territori.
Nello stesso tempo sollecitiamo fortemente sia la Regione Toscana che le Provincia di Siena per pianificare insieme ai Comuni ed ai cittadini la produzione di energia, attraverso strategie che mettono il bilancio energetico e quello ambientale sullo stesso piano e nelle stesse condizioni di equilibrio. Il nostro “non-voto” condanna un atteggiamento di autosufficienza alla ed apre le porte ad una discussione seria e formale che non può esaurirsi con un OdG che eprime solo “tiepide“ preoccupazioni!

martedì 21 giugno 2011

Il Popolo non vincerà mai senza un Partito Comunista!

Il Referendum ha dato un segnale inequivocabile, gli italiani sono stusi del liberismo, delle privatizzazioni. Il ventennio che va dal 1980 al 2000 è stato caratterizzato dalle politiche di Reagan, della Tatcher e cioè dell’affermazione dell’io sul noi, dell’individualismo sulla collettività. A questo si è aggiunta la crisi dei partiti di sinistra (dovuta agli attacchi culturali, ma anche alla mancanza di classe dirigente). In Italia abbiamo privatizzato tutto (poste, telecomunicazioni, trasporti, acqua, servizi sociali, sanità), lo abbiamo fatto anche attraverso forme ibride, creando società dove la maggioranza è detenuta spesso dai comuni (con percentuali risorie) ma l’Amministratore delegato ed il CDA è controllato dal privato, il quale appropriandosi delle tariffe ha tolto ai comuni i cespiti economici dai bilanci, non ha fatto gli investimenti ed ha determinato lo smembramento qualitativo ed universalistico degli stessi.
L’Amministrazione pubblica modellata negli anni del trionfo del collettivismo non era più adeguata al sistema, così è stato introdotto il maggioritario secco nei comuni piccoli ed umido negli altri enti e per finire con l’aziendalizzazione (dirigismo e managerialità) l’amministrazione pubblica ha perso completamente lo scopo esistenziale e cioè mantenere la convivenza civica e la ridristibuzione di diritti e doveri come orizzonte strategico.
Nel frattempo con la promessa della riduzione del debito pubblico si è smantellato anche lo stato sociale, creando la frammentazione del lavoro (in nome della flessibilità), l’aumento dell’età pensionabile, l’invasione delle partite iva etc, etc, etc.. L’economia ha spostato analisi e decisioni nell’andamento finanziario del mercato speculativo e nella statistica finanziaria degli organismi mondiali controllati dal mercato e non dalla politica.
La classe politica italiana ed i partiti hanno rinunciato alla loro missione storica e costituzionale, introducendo il lobbismo, la forza mediatica, il becerismo, la spettacolarità, ridicolizzando se stessa e facendola percepire (anche a causa della proprio inutilità economico-sociale) come una casta che pensa solo a se stessa, fino al punto di sfociare al Berlusconismo ed a modellare l’organizzazione elettiva degli enti pubblici locali, tagliandoli di peso e di rappresentanza e perfino dimezzando indennità ed immagine degli eletti, mentre a livello parlamentare aumentavano privilegi e squallore.
Con il referendum gli italiani hanno detto basta. Vogliono ritornare al noi e non più all’io. Hanno dato un segnale di risveglio e di volontà di liberarsi del liberismo. Sarà troppo tardi? Si chiude la stalla quando sono usciti i buoi? Oggi ci sarebbe bisogno di una forza che riproponesse il comunismo, rifondandolo, ricercando strategie e vettori adeguati. Ci vorrebbe Rifondazione Comunista. C’è ancora!!!? Resta il fatto che i leader dei partiti della sinistra hanno utilizzato la vittoria dei referendum ai fini solo politico-elettorali e cioè gli hanno attribuito solo il significato politico lasciando cadere nel vuoto il significato strategico e di merito dei quesiti. Perchè? La mia risposta è semplice: in realtà a nessuno degli attuali leader di sinistra interessa la ricollettivizzazione di beni comuni, loro sono solo impegnati a ritornare in Parlamento ed a continuare ad amministrare il capitalismo senza minimamente scalfirlo. Altro che Referendum, ennesima beffa. Ecco perchè occorre ricostruire una forza comunista anticapitalista di massa che rimetta al centro della politica il superamento del capitalismo e la gestione pubblica dei beni comuni, comprese le banche!

giovedì 26 maggio 2011

TPL

Esprimo grande preoccupazione per i tagli effettuati sul Trasporto Urbano di Chianciano dove sarà soppresso il servizio festivo per la stagione 2011 e saranno ridotte sensibilmente le corse della linea T3 che collega gli stabilimenti termali fra loro e gli stessi ai punti nodali della città.
Tutto questo avviene nel momento in cui si registra una timida ripresa delle presenze termali ed in un momento drammatico per l’economia della zona.
Inoltre non si comprende il silenzio dell’Amministrazione comunale che invece di trovare risorse aggiuntive per attutire il taglio della regione, diminuisce l’impegno ecomomico rispetto agli anni precedenti inoltre non si dimostra nemmeno in grado di cercare una soluzione alternativa coinvoilgendo la città.
Se a questo aggiungiamo le grosse difficoltà derivanti dal taglio sull’Extraurbano che sta facendo la provincia nella tratta Chiusi-Chianciano-Montepulciano-Nottola viene da se che il governo locale e quello provinciale invece di trovare risposte alla grave scrisi di Chianciano e dintorni, stanno accellerando la fine della stagione termale ancora prima di cominciare.
Come consigliere provinciale ho chiesto l’immediata riunione della Commmisione Trasporti ma se non sarà l’Amministrazione comunale in testa con il coinvoglimento di tutta la comunità chiancianese e degli altri comuni interessati il rischio sarà la morte definitiva delle attività termali di Chianciano e Sant’Albino ma anche l’inutilità dell’Ospedale di Nottola come servizio ospedaliero d’eccellenza di tutta la zona.

sabato 9 aprile 2011

Manifestazione delle Opposizioni a Chianciano Terme

Preciso in maniera categorica che Rifondazione Comunista non ha aderito alla manifestazione delle opposizioni, quindi chiarisco che la mia presenza all’Assemblea di Venerdì 8 aprile 2011 è stata a titolo personale e da cittadino che partecipa ad una iniziativa pubblica della propria città.
Fra l’altro non posso esprimere giudizi sull’iniziativa perchè sono arrivato alla fine della serata ed ho ascoltato solo l’intervento conclusivo del Consigliere Marignani che ringrazio per l’essersi messo a disposizione di tutte le opposizioni, ma per quanto ci riguarda, lo rassicuro perché il PRC esprime un proprio Gruppo con il quale condividiamo le iniziative regionali.
La manifestazione è stata patrocinata solo da forze di centro-destra e dall’UdC, per cui la sua piattaforma non ha niente a che fare con il progetto politico di Rifondazione Comunista che si colloca da tutt’altra parte rispetto alle forze politiche presenti.
Inoltre la nostra opposizione individua soprattutto nel Centro-Destra (al governo nazionale da 20 anni) il proprio avversario perchè non ha mosso mai un dito in favore della ripresa di Chianciano. Vedi mancato finanziamento della Legge 323/2000 che riguarda il termalismo, vedi mancanza di una politica nazionale a sostegno dell’impresa alberghiera e dei 2000 lavoratori che hanno perso l’occupazione negli ultimi 5 anni nella cittadina termale.
Sul piano locale il PDL e le altre forze di “opposizione” non hanno evidenziato mai critiche sul fatto che l’Amministrazione locale ed il sistema politico provinciale che la sostengono ha rinunciato alla costruzione del palacongressi tradendo persino il loro stesso programma elettorale. Addirittura sostennero insieme al Centro–Sinistra il Projet financing risultato un fallimento totale. IL PRC fu l’unica forza a votare contro. Inoltre il PDL, riguardo al debito fuori bilancio relativo alla fattura di Sienambiente invece di fare una verifica sulle cause politiche per le quali il comune si trova questo sforamento concentra l’attenzione sulle responsabilità tecnico-giuridiche per le quali la competenza appartiene ad altri Enti e non certo alla dialettica politica. Altro elemento particolarmente grave sta nel fatto che il PDL presiede la commissione Termalismo da oltre 5 anni la quale non è riuscita a produrre nessuna proposta di rilancio del comparto che rappresenta il cuore della vita economico-sociale di Chianciano, tantomeno un convegno, un seminario, una proposta di Legge, un regolamento, un OdG o qualsiasi altra cosa che mettesse governo, regione, provincia e comune nelle condizioni del non potersi esimere di dare risposte certe alle problematiche del termalismo. L’unica commissione che dovrebbe presiedere in quanto forza di opposizione e cioè quella di Garanzia e Controllo, non si riunisce da anni.
In sostanza mentre la maggioranza è ingarbugliata nei meandri del burocratismo e non riesce a realizzare nessuno dei progetti in cantiere da 10 anni (palacongressi, piscine, parcheggio borgonovo, piazza Italia etc..), il PDL che ne sostiene l’azione amministrativa presiedendo addirittura commissioni di governo, invece di proporre progetti alternativi e di pretendere che si realizzino perlomeno quelli in cantiere, si erge a guida delle opposizioni come se fosse immune dalle responsabilità. Il PRC (non presente in consiglio comunale) è da tempo ed in tutti i livelli istituzionali (dove è presente) l’unica vera opposizione che da anni denuncia l’immobilismo e l’agonizzante debolezza della politica della città. Pertanto mantiene le dovute distanze sia dalla compagine politica che guida l’attuale amministrazione che da quella che esprime le forze di opposizioni che si sono riunite venerdì scorso.

Antonio Falcone

domenica 27 marzo 2011

Siena: PRC, "chi si candida alle elezioni deve dire che ampliamento Ampugnano non si farà"




"Non finisce mai la querelle di Ampugnano. I cittadini e le forze politiche, che da sempre osteggiano l’'ampliamento dell’'aeroporto di Ampugnano, hanno esultato quando hanno saputo che i consigli ritiravano, per approfondimenti tecnici, la delibera contenente l'’accordo transattivo che faceva uscire Galaxy in tutta fretta e che avrebbe permesso di formare la nuova compagine societaria al fine di ottenere la concessione ventennale dall’'ENAC. Questo era l'’obiettivo del Presidente Machetti, reso forse possibile grazie al decreto milleproroghe. Forse quell'’accordo era già pronto il 16 dicembre quando Machetti presentò il “nuovo aeroporto ad impatto zero” all’'associazione “Per Siena”, per cui avrebbero avuto ben tre mesi di tempo per approfondire la possibilità o meno di realizzarlo. Allora cosa è capitato? Qual è il vero motivo della ritirata? Saranno state le elezioni senesi che hanno influito nella decisione? Probabilmente il Ceccuzzi e chi lo sostiene: o non se l'’è sentita di prendere una decisione così impopolare in periodo pre-elettorale con manifestazioni di piazza, oppure si sono voluti smarcare dai gruppi di potere che spingevano per la realizzazione dell'’opera; oppure hanno preso coscienza che Siena e la sua Banca non possono più sostenere i costi di un aeroporto di cui, né la Regione né lo Stato, hanno mai mostrato interesse a mantenere in vita, per di più utile solo ad una elite che arriva con il jet privato al fine settimana, mentre il taglio dei servizi pubblici ha lasciato a piedi parecchie zone della Provincia. Strano che il Governatore Rossi agli “Stati Generali della Provincia” abbia sostenuto che l’'aeroporto rappresenta un obiettivo dal quale non si può prescindere, mentre in campagna elettorale aveva sostenuto che non si sarebbe proceduto all'’ampliamento. Strano che nel dibattito che ha seguito questo ripensamento, nessuno citi i motivi che hanno portato al sequestro delle azioni, agli indagati dai nomi eccellenti, alla responsabilità di chi ha caparbiamente guidato questa operazione Galaxy in totale difformità alle regole, nonostante che migliaia di cittadini avessero in ogni modo contestato l’'atto. Noi ci aspettiamo un ripensamento che non sia solo “elettorale”. La crisi non può che indurre i politici onesti ad un uso ponderato delle risorse comuni ed a lavorare per uno sviluppo sostenibile ed adeguato alle caratteristiche storico-culturale della nostra Provincia. Occorre quindi procedere all’'approvazione equa e regolare della fuoriuscita di Galaxy e sistemare gli assetti, tutelando i lavoratori e le istituzioni e per il futuro spendere bene rilanciando settori al collasso come i treni Chiusi-Siena-Firenze, che non hanno neanche i regolatori della temperatura, oppure il Trasporto Pubblico Locale (ad esempio ci vogliono tre ore per andare in bus da San Casciano Bagni a Siena. Altro che aeroporto internazionale!). Non ci interessa un rinvio per calcoli elettorali: i comuni di Siena e Sovicille e l'’Amministrazione Provinciale di Siena devono dire cosa fanno rispetto alla vicenda societaria e come intendono risolverla. Chi si candida a guidare Siena deve indicare chiaramente nel programma elettorale che l'’ampliamento dell'’aeroporto di Ampugnano non sarà fatto né ora né mai. Non è più il tempo dei tatticismi, occorrono atti inequivocabili".

sabato 19 marzo 2011

Fuori le bandiere della pace

1871-2011: 140° anniversario della Comune di Parigi
1911-2011 l’Italia festeggia il centenario di un’altra grande ricorrenza storica: LA GUERRA DI LIBIA, e lo fa in grande stile partecipando all’ennesima “coalizione dei volenterosi” contro il criminale Gheddafi.
Il nostro Governo siglava il trattato di amicizia italo-libico e accoglieva come un pontefice il colonnello Gheddafi, proprio mentre il satrapo trucidava poveri innocenti colpevoli solo di voler venire nel nostro paese, SENZA CHE NESSUNO ABBIA MOSSO UN DITO…
Da decenni il popolo palestinese viene ucciso, offeso, umiliato dalla potenza militare dello stato di Israele e quando gli F16 israeliani radevano al suolo il Libano o Gaza, NESSUNO HA MOSSO UN DITO…
Da anni in Ruanda migliaia di morti si accatastano sulle strade in un massacro tribale senza fine e senza pietà, SENZA CHE NESSUNO MUOVA UN DITO…
Oggi le potenze delle più grandi sorelle del petrolio dell’occidente (USA, Francia e Gran Bretagna) hanno deciso col cuore gonfio di pena per il popolo libico e le lacrime agli occhi, che è giunto il momento di un intervento armato disinteressato e democratico non per prendere il controllo di alcuni dei più grandi giacimenti di petrolio, ma per salvare i civili… E L’ITALIA, MAGGIORANZA E OPPOSIZIONE, USA AD OBBEDIR TACENDO, SEGUE SUBALTERNA NELLA SPERANZA CHE QUALCHE BRICIOLA CADA DAL TAVOLO DEI SUOI PADRONI!
Che importa se quella in Libia non sia una rivolta civile ma uno scontro interno all’establishment “gheddafiano”, tanto il popolo bue italiano con la memoria tanto fragile quanto il senso dello Stato di chi lo governa, è disposto a credere, come fu per la Jugoslavia, per l’Iraq, per l’Afghanistan, all’intervento umanitario e ai bombardamenti chirurgici che, come sappiamo, STANNO TRUCIDANDO UN NUMERO DI CIVILI INNOCENTI INFINITAMENTE PIU’ GRANDE DI QUELLI CHE CI RACCONTANO ESSERE GIA’ STATI UCCISI.
MOBILITIAMOCI TUTTI, RIMETTIAMO SUI NOSTRI BALCONI LE BANDIERE DELLA PACE E COSTRUIAMO LE CONDIZIONI PERCHE’ SI AFFERMI L’UNICA PROPOSTA, AVANZATA DAI PROGRESSISTI SUD AMERICANI, CHE DAVVERO POSSA SALVARE IL POPOLO LIBICO E LA SUA AUTODETERMINAZIONE, OVVERO L’ISTITUZIONE DI UNA COMMISSIONE INTERNAZIONALE COMPOSTA DA LATINO AMERICANI, EUROPEI ED ESPONENTI DEL MEDIO ORIENTE CHE TRATTI CON LE PARTI IN CONFLITTO IN LIBIA PER UNA SOLUZIONE PACIFICA.

Al lavoro e alla lotta Compagne e Compagni

Stefano Cristiano

giovedì 17 marzo 2011

Unità d'Italia

Mi dispiace ma oggi non festeggio! Mi sarebbe piaciuto unirmi al popolo Comanches ma li hanno sterminati prima che nascessi. Lo hanno sempre fatto in nome di bandiere, di patrie e soprattutto di sfruttamento. Oggi non mi unisco agli italiani ma a tutti quelli che subiscono soprusi, barbarie e sfruttamenti! Viva Cavallo Pazzo!!!

martedì 15 marzo 2011

Dalla parte del torto

I Circoli PRC della Valdichiana, esprimo ancora grosse perplessità e preoccupazioni per la situazione dell’ospedale di Nottola. Le liste di attesa vanno nettamente oltre i lmiti regionali, mentre i risultati ed i referti escono con ritardi inaccettabili anche a causa della mancanza dei primari dovuta alla dipartimentazione dei servizi. (nuova riorganizzazione dei servizi sanitari posta in essere dalla direzione aziendale)
Continua assordante il silenzio dei sindaci rispetto al documento approvato dal Consiglio comunale di Montepulciano e dove si ribadiva la centralità dei Consigli Comunali sulle scelte che riguardano la Sanità.
Probabilmente i Sindaci si nascondono per paura di dover svelare il fallimento dell’accentramento e dell’aziendalizzazione della sanità.
Rifondazione Comunista, insieme al Gruppo di Facebook (oltre 1100 contatti) ed a quanti vorranno, continuerà la battaglia per sostenere la qualità dei servizi dell’Ospedale di Nottola, tenendo presente la ricaduta occupazionale e la necesssità di costruire una viabilità adeguata per il raggiungimento del Plesso ospedaliero da parte di tutti i cittadini della Valdichiana.
Continueremo la raccolta delle firme e solleciteremo il nostro Gruppo regionale ad avviare iniziative in Consiglio Regionale ed in IV° Commissione.
Inoltre avvieremo una serie di incontri con le forze politiche, i sindaci, i sindacati, le associazioni e con quanti ritengono che le problematiche sanitarie non siano solo vincolate a scelte di bilancio e di mercato e non debbano essere lasciate solo nelle mani dei dirigenti.

PRC Valdichiana

sabato 5 marzo 2011

DALLA PARTE DEL TORTO

L’Assessore provinciale Simonetta Pellegrini, ha sbandierato sulla stampa e nelle televisioni di avere stanziato nel Piano di azioni integrate, finanziato dal Fondo sociale europeo, 6 milioni di euro per i prossimi 2 anni. Vorrei chiarire che, intanto il Fondo non è “integrato” perché la Provincia non ci mette nemmeno un Euro in più rispetto a quelli derivanti dal finanziamento regionale. Inoltre si prevede uno stanziamento di 3.000.000,00 di euro per il 2011 e di 2.700.000,00 per il 2012, in pratica il 17% di risorse in meno rispetto al 2010 ed il 34% in meno rispetto al 2009. Anno 2009 (4.536.000,00) 2010 (3.661.357,00) 2011 (3.031.000,00) 2012 (2.750.000,00)Inoltre la Provincia, nel 2009 e nel 2010 usufruiva di un bando straordinario finanziato dalla Fondazione MPS per sostenere i disoccupati, che, probabilmente, nel 2011 e 2012 non ci sarà più. In realtà il Fondo Sociale è stato tagliato dalla Regione per finanziare altri settori, nonostante il Governatore Rossi, dopo il discorso natalizio del Presidente Napolitano, annunciava che per il 2010 metteva 100 milioni di euro a disposizione delle politiche giovanili. Come al solito parole, parole, parole. Intanto i giovani (disoccupati) e le fasce più deboli della Provincia avranno un Fondo Sociale tagliato con il macete ed i giornali continueranno ad essere intasati da dichiarazioni inutili. Questa è l’amara e cruda realtà. Ieri i consiglieri provinciali del PD, del PDL e dell’IdV hanno votato favorevolmente a questo taglio e la cosa più grave si sono espressi contro una mozione che chiedeva l’istituzione di un bando straordinario e la messa in campo di strumenti finalizzati a sostenere il reddito dei disoccupati e degli inoccupati, compresa l’istituzione di un Fondo di Solidarietà. Il rammarico per quanto successo non è solo la constatazione che il PD ed il PDL sono tutt’uno in termini di politica economica, ma la cosa che mi ha amareggiato di più è aver visto votare alcuni consiglieri contro la propria volontà e facendosi scappare un “non vorrei farlo, ma…..”. Quanto avvenuto ieri in Consiglio provinciale a Siena è molto grave e purtroppo mette a nudo l’incapacità della politica e dei politici nel dare risposte ai cittadini che rappresentano. Sono consapevole del momento critico che stiamo attraversando a causa della crisi economico-finanziaria, ma è proprio per questo che occorre un impegno straordinario nel cercare gli strumenti per garantire un vivere dignitoso alle comunità che si rappresentano. Occorre una politica forte ed autorevole. Quando si taglia i Fondi destinati al sociale significa che siamo alla frutta, che la politica è impotente per cui gli Enti possono fare anche a meno della rappresentanza. E’ inutile sprecare soldi per le elezioni. Tanto non cambierà niente. E’ necessario cambiare rotta, ridando forza alle Assemblee elettive ed ai cittadini. Occorre ricostruire una sinistra di opposizione, una sinistra vera che riporti nei consigli l’autorevolezza e la forza per cambiare le cose e per dare risposte concrete ai bisogni dei più deboli, tanto i forti sono garantiti dal potere e dal danaro.

venerdì 4 marzo 2011

Cosa c'entra la sinistra o addirittura la storia comunista?

Il Gruppo PRC-PDCI del Consiglio provinciale di Siena, pur consapevole delle gravi difficoltà derivanti dai tagli smisurati e scellerati perpetrati dal governo di Centro-Destra che ha rovesciato sugli Enti Locali tutte le responsabilità relative alle criticità sociali, condanna fermamente le scelte della Regione Toscana e dell'Amministrazione provinciale di Siena che di fatti attuano a cascata la politica del Governo che penalizza fortemente i più deboli. Pertanto confermano di essere incapaci nel cercare elementi innovativi che riescono a spostare le risorse verso chi ha bisogno. Inoltre tutti gli incontri avuti nel merito della straordinarietà della crisi (consigli, convegni, seminari ecc..)che hanno coinvolto solo la maggioranza non hano prodotto altro che parate salottiere che nulla hanno a che fare con i bisogni dei cittadini. Pertanto il voto del Gruppo rispetto al Piano Sociale 2011-2012 è nettamente contrario.