lunedì 21 aprile 2014
Perché aderisco al Partito Comunista,
semplice per ora non c’è nessun altro luogo dove sono chiaramente visibili tre obiettivi chiari per mancanza dei quali è stato distrutto il sogno della Rifondazione dopo il tradimento storico, culturale e vergognoso della bandiera comunista da parte di tanti illusi degli anni ’90.
I tre obiettivi sono:
1) Abbattere il capitalismo e lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo;
2) Costruire un Partito Comunista in Italia collocato all’interno del Movimento Comunista Internazionale;
3) Le cariche elettive sono ottenute in nome del Partito Comunista e la carica non può essere pagata con uno stipendio superiore a quello di un lavoratore in trasferta.
Dopo la distruzione del Partito Comunista Italiana da parte di chi, impadronendosi dei simboli, della bandiera e della rappresentanza legale, li ha buttati nel fango, distruggendo con esso:
- la speranza dell’uguaglianza
- la speranza della giustizia
- la speranza della pace e della libertà
La Rifondazione Comunista nata da questa dissoluzione aveva orgogliosamente ripulito lo straccio dal fango e ridato dignità ai colori ed alle aspirazioni di quel simbolo.
Essersi aggrappati alla giacca del PDS, dei DS ed infine del PD ha reso ambigua l’esistenza stessa della Rifondazione, relegandola in una sinistra vario pinta che invece di chiarirne l’identità l’ha contaminata di incoerenze, di scissioni e di un salottismo che ha partorito tanti soggetti e frantumazioni da rendere il lavoro dei militanti inutile, difficile ed ambiguo, creando fra l’altro disastri elettorali che sotto nomi cantaminanti: Arcobaleno, Federazione della Sinistra, Rivoluzione Civile etc... hanno definitivamente distrutto la speranza del cambiamento e con essa la dissoluzione delle conquiste dei lavoratori.
Il Partito Comunista ha riaperto una possibilità per rialzare la testa a tanti militanti delusi e stanchi dalle umilianti militanze. Ha riaperto un luogo, collettivo dove i giovani del nuovo Fronte della Gioventù Comunista possono confrontarsi con pezzi di storia del movimento comunista italiano.
Aderisco al Partito Comunista non più da militante (purtroppo) ma da semplice sostenitore.
Riconosco in questo Partito la coerenza identitaria e la chiarezza espressa nel proprio Statuto.
Riconosco in questo Partito la chiarezza delle posizioni nei confronti della sinistra italiana ed europea, ridotta a mero lato geografico del capitalismo.
Riconosco in questo Partito la giusta collocazione internazionale al fianco dei comunisti di tutto il mondo e cioè di quelle formazioni che antepongono le idee e la propria identità agli interesse elettorali e di bottega.
Riconosco a questo Partito la sua fermezza nel non adattarsi alla formula ambigua dell’Altro Mondo Possibile e di un’Altra Europa, ma di definire con chiarezza la netta contrapposizione al capitalismo ed al suo Ordine Europeo e Mondiale e di concentrare la il lavoro e la propria esistenza nella costruzione del comunismo in Europa e nel Mondo.
Antonio Falcone
lunedì 17 marzo 2014
La Rifondazione è fallita occorre costruire il Partito Comunista
Cari compagni,
ormai sono mesi che vivo con l’enigma relativo alla permanenza o meno in Rifondazione Comunista. Oggi, finalmente, ho preso la decisione! Ho maturato che non ci sono più le condizione per continuare ad essere iscritto e militante di questo partito. Le motivazioni sono tante e cerco di riassumerle brevemente nel seguito di questa mia.
Dopo la disfatta dell’Arcobaleno, imposto dagli Stati Generali del Partito e dopo il Congresso di Chianciano raccogliemmo per l’ennesima volta lo straccio rosso che ci teneva uniti e tutti insieme con la ferita della scissione di quello che poi sarebbe diventato Sel (Socialisti europei) e con l’idea di ripartire dal basso per la costruzione di un soggetto comunista. Nel 2009 ci presentammo in quasi tutti i comuni ed alle elezioni europee con il nostro simbolo cercando di evidenziare con chiarezza l’obiettivo del superamento del capitalismo. Personalmente, oltre a partecipare alla costruzione di liste comuniste in diversi comuni della Provincia di Siena, fui alla testa di una lista provinciale che si affermò con quasi 9000 voti (5,8%) e mi permise di entrare da comunista all’opposizione di una maggioranza di centro-sinistra, unica nel panorama di una Regione dove tutt’oggi primeggia l’alleanza con il PD.
L’entusiasmo durò poco, infatti prima la FdS, poi la svolta Arancione di Rivoluzione Civile, quando nel nostro simbolo si propose addirittura la personalizzazione della rappresentanza con il nome INGROIA, riportarono grande confusione fra gli iscritti e causarono l’allontanamento silenzioso di tanti militanti (ricordo la lettera del compagno Piero Cappelli ed i tanti documenti dei circoli di Chianciano e Valdichiana ai quali non fu data mai nessuna risposta). L’incaponimento salottiero e poltronifero furono confermati nella disfatta elettorale del Comune di Siena, dove la venuta del Segretario nazionale fu preceduta da una dichiarazione ufficiale del Responsabile degli Enti Locali del Partito che prevenendo qualsiasi decisione dal confronto Ferrero-Federazione di Siena, decise l’appoggio al Sindaco Ceccuzzi ed al potere che ha portato alla disfatta il MPS e la socialità di quella che la “fu” provincia più rossa d’Italia aveva fin lì costruito. Infine l’odierna costituzione di una lista di pseudo sinistra (senza soggetto) per le europee, dove si rinuncia definitivamente alla Rifondazione Comunista, optando per una nuova personalizzazione con Tspras e con l’Altra Europa al posto dei nostri simboli, delle nostre aspirazioni ed al posto perfino di una ambigua Sinistra Europea che continua e rimanere il punto di riferimento e quindi molto al di là della ricostruzione di una soggettività comunista europea ed internazionale vera ed unica contrapposizione al capitalismo armato con in un braccio la finanzia europea e nell’altro la Nato e gli Stati Uniti d’America. Queste premesse aggiunte alla stanchezza di una militanza sempre umiliata da una condotta incoerente e verticistica degli ultimi due congressi, hanno determinato la chiara e forse tardiva decisione di lasciare il PRC e di cercare altrove la possibilità di lavorare per la costruzione di quel soggetto comunista ormai lontano dagli obiettivi della Rifondazione. Tardiva perché se fosse venuta con il Congresso di Venezia, dove fu sancita l’effettiva rinuncia alla Rifondazione del Movimento Comunista italiano ed internazionale, forse avrebbe avuto la sua giusta collocazione.
La presente per ringraziare i compagni che hanno condiviso con me lotte, battaglie e delusioni ed ai quali non dico addio ma arrivederci magari in battaglie comuni per l’avanzamento del collettivismo e dei diritti dei deboli e non più in congressi cagneschi dove divisioni precostituiti dall’alto ci hanno impedito di dare entusiasmo a quella militanza fiera e genuina che ha fatto la storia del movimento operaio del ’900 e non solo. Con la fermezza che le lotte e le conquiste non vengano più umiliate dalle ipocrisie e dalle ambiguità di un vocabolo, “sinistra”, che ogni volta che si nomina fa indietreggiare i comunisti.
Cordiali saluti
Antonio Falcone
Chianciano Terme 14.03.2014
ormai sono mesi che vivo con l’enigma relativo alla permanenza o meno in Rifondazione Comunista. Oggi, finalmente, ho preso la decisione! Ho maturato che non ci sono più le condizione per continuare ad essere iscritto e militante di questo partito. Le motivazioni sono tante e cerco di riassumerle brevemente nel seguito di questa mia.
Dopo la disfatta dell’Arcobaleno, imposto dagli Stati Generali del Partito e dopo il Congresso di Chianciano raccogliemmo per l’ennesima volta lo straccio rosso che ci teneva uniti e tutti insieme con la ferita della scissione di quello che poi sarebbe diventato Sel (Socialisti europei) e con l’idea di ripartire dal basso per la costruzione di un soggetto comunista. Nel 2009 ci presentammo in quasi tutti i comuni ed alle elezioni europee con il nostro simbolo cercando di evidenziare con chiarezza l’obiettivo del superamento del capitalismo. Personalmente, oltre a partecipare alla costruzione di liste comuniste in diversi comuni della Provincia di Siena, fui alla testa di una lista provinciale che si affermò con quasi 9000 voti (5,8%) e mi permise di entrare da comunista all’opposizione di una maggioranza di centro-sinistra, unica nel panorama di una Regione dove tutt’oggi primeggia l’alleanza con il PD.
L’entusiasmo durò poco, infatti prima la FdS, poi la svolta Arancione di Rivoluzione Civile, quando nel nostro simbolo si propose addirittura la personalizzazione della rappresentanza con il nome INGROIA, riportarono grande confusione fra gli iscritti e causarono l’allontanamento silenzioso di tanti militanti (ricordo la lettera del compagno Piero Cappelli ed i tanti documenti dei circoli di Chianciano e Valdichiana ai quali non fu data mai nessuna risposta). L’incaponimento salottiero e poltronifero furono confermati nella disfatta elettorale del Comune di Siena, dove la venuta del Segretario nazionale fu preceduta da una dichiarazione ufficiale del Responsabile degli Enti Locali del Partito che prevenendo qualsiasi decisione dal confronto Ferrero-Federazione di Siena, decise l’appoggio al Sindaco Ceccuzzi ed al potere che ha portato alla disfatta il MPS e la socialità di quella che la “fu” provincia più rossa d’Italia aveva fin lì costruito. Infine l’odierna costituzione di una lista di pseudo sinistra (senza soggetto) per le europee, dove si rinuncia definitivamente alla Rifondazione Comunista, optando per una nuova personalizzazione con Tspras e con l’Altra Europa al posto dei nostri simboli, delle nostre aspirazioni ed al posto perfino di una ambigua Sinistra Europea che continua e rimanere il punto di riferimento e quindi molto al di là della ricostruzione di una soggettività comunista europea ed internazionale vera ed unica contrapposizione al capitalismo armato con in un braccio la finanzia europea e nell’altro la Nato e gli Stati Uniti d’America. Queste premesse aggiunte alla stanchezza di una militanza sempre umiliata da una condotta incoerente e verticistica degli ultimi due congressi, hanno determinato la chiara e forse tardiva decisione di lasciare il PRC e di cercare altrove la possibilità di lavorare per la costruzione di quel soggetto comunista ormai lontano dagli obiettivi della Rifondazione. Tardiva perché se fosse venuta con il Congresso di Venezia, dove fu sancita l’effettiva rinuncia alla Rifondazione del Movimento Comunista italiano ed internazionale, forse avrebbe avuto la sua giusta collocazione.
La presente per ringraziare i compagni che hanno condiviso con me lotte, battaglie e delusioni ed ai quali non dico addio ma arrivederci magari in battaglie comuni per l’avanzamento del collettivismo e dei diritti dei deboli e non più in congressi cagneschi dove divisioni precostituiti dall’alto ci hanno impedito di dare entusiasmo a quella militanza fiera e genuina che ha fatto la storia del movimento operaio del ’900 e non solo. Con la fermezza che le lotte e le conquiste non vengano più umiliate dalle ipocrisie e dalle ambiguità di un vocabolo, “sinistra”, che ogni volta che si nomina fa indietreggiare i comunisti.
Cordiali saluti
Antonio Falcone
Chianciano Terme 14.03.2014
mercoledì 26 febbraio 2014
La risposta di RFI sui Siluri
Questa risposta non sarebbe potuta essere diversa, altrimenti sarebbe stata preceduta da un rallentamento immediato dei TAV o dal fermo in attesa di verifiche. In realtà mi sarei aspettato una risposta più prudente tipo: "siamo certi che non ci sono pericoli, tuttavia verificheremo meglio per ovviare qualsiasi dubbio.
Questa sicurezza, mi preoccupa e quindi non mi soddisfa, anche se è naturale che ci auguriamo di sbagliarci.
Spero che queste verifiche e questi continui monitoraggi possano essere disponibili per le autorità competenti al fine di tranquillizzare sia la mia diffidenza che magari la preoccupazione di chi abita nelle zone attraversate dalla TAV. In settimana chiederemo alla Protezione Civile della Provincia, al Prefetto ed alla Regione se sono a conoscenza di questi monitoraggi ed a quanto risale l'ultimo rilievo di stabilità strutturale di quel tratto sottostante la SS146, effettuato da RFI.
Antonio Falcone
lunedì 24 febbraio 2014
Tribunale di Montepulciano
Il Centro-Sinistra ed il Centro-destra negli ultimi 30 anni hanno smembrato lo stato tagliando i servizi invece che la spesa pubblica. In Consiglio provinciali compatti nel difendere il Tribunale di Montepulciano, quando ormai non c'è più tempo. Quando gli offriamo l'occasione per condannare la politica dei tagli dei servizi per nascondere lo sperpero della spesa pubblica, diventano timidi e per paura di essere brontolati dai manovratori romani votano contro il seguente emendamento. Bravi solo a voler togliere i ragni dal buco con le mani degli altri. Questo l'emendamento respinto:
"il Consiglio provinciale di Siena condanna la politica dei tagli che i governi di centro destra e centro sinistra hanno effettuato negli ultimi 20 anni. Invece di tagliare la spesa pubblica parassitaria hanno tagliato i servizi come hanno fatto con i Tribunali, stanno facendo con le provincie, lasciando intatti gli stipendi d'oro dei manager pubblici, le pensioni d'oro gli speroeri dei palazzi centrali e dei dipartimenti dei ministeri, i tanti consigli d'amministrazioni di enti di secondo grado che non servono a nulla come i Consorzi, gli Ato, le tante agenzie di statistica, etc, etc, etc."
FERMATE QUEI SILURI
FERMATE QUEI SILURI
Oggi, in consiglio provinciale, abbiamo colto l'occasione
dell'OdG di Marco Nasorri sull'introduzione di alcune fermate Eurostar nella stazione di Chiusi, per segnalare un
problema a nostro avviso molto serio ed urgente. Considerato che nel resoconto della seduta, l'addetto stampa, si è preoccupato di
segnalare la nostra astensione e di evidenziare solo il punto di vista dei
gruppi di maggioranza e della Giunta, ricorriamo al comunicato stampa per segnalare la
problematica evidenziata con forza oggi in Consiglio e della quale si sono perse le tracce sulla stampa e nei TG.
"SECONDO NOI IN QUESTO MOMENTO TUTTI I TRENI CHE TRANSITANO
PER L'ALTA VELOCITA' DEVONO FERMARE A CHIUSI O PERLOMENO DEVONO RIDURRE
LA VELOCITA' NELLA TRATTA DELLA GALLERIA CHIUSI - MONTALLESE. IL TERRENO
SOPRASTANTE IL TUNNEL STA FRANANDO. SIAMO CONVINTI CHE IL
PASSAGGIO DI TRENI A 200 KM ORARI E L'ALTA VIBRAZIONE, IN QUEL TUNNEL SOTTO
LA ROTATORIA DELLA SS146, STANNO PEGGIORANDO LE CONDIZIONI
DI QUELLA ZONA. PERTANTO ABBIAMO SEGNALATO A TUTTO IL CONSIGLIO LA
PROBLEMATICA, NON SI COMPRENDE COME QUESTE COSE NON VENGONO RIPORTATE NELLA
NEWS DELLA PROVINCIA. SPERIAMO SI TRATTI DI UNA DISTRAZIONE, ALTRIMENTI DOVREMMO
PREOCCUPARCI ANCHE DI ALTRO.
IN OGNI BUON CONTO CI PREME ATTIVARE TUTTI GLI ORGANI PREPOSTI
AFFINCHE' SI RIPRISTINO LE CONDIZIONI DI AGIBILITA' DELLA STRADA E SI RIDUCANO
LE
VELOCITA' DEI SILURI TAV CHE OLTRE A CREARE DISAGI ALLA
MOBILITA' REGIONALE, COME GIUSTAMENTE SEGNALATO DA NASORRI, DEVASTANO IL NOSTRO
TERRITORIO.
CHI HA FRETTA PUO' SPOSTARSI TRANQUILLAMENTE IN AEREO, NON POSSIAMO METTERE IN CRISI GLI ASPETTI GEOLOGICI DEL TERRENO PER RISPONDERE AD ESIGENZE DI POCHI.
LE PIOGGE DEGLI ULTIMI TEMPI, A NOSTRO AVVISO, STANNO
EVIDENZIANDO COME IL QUEATO TERRITORIO SIA INADATTO E TROPPO FRAGILE PER OSPITARE
SILURI CHE VIAGGIANO AD OLTRE 200 KM/H.
PURTROPPO LE LOGICHE DEL PROFITTO E DI UNA PSEUDOMODERNITA' ORMAI SORPASSATA,
VENGONO SPESSO ANTEPOSTE ALLE REALI ESIGENZE DELLA COLLETTIVITA'. E' DOVERE DELLA POLITICA E DI CHI RAPPRESENTA LE ISTITUZIONI E COMUNQUE DI OGNUNO DI NOI VIGILARE
AFFINCHE' IL NOSTRO TERRITORIO VENGA SALVAGUARDATO E LA SICUREZZA SIA
SEMPRE ANTEPOSTA AGLI INTERESSI DI BOTTEGA.
SPERIAMO DI SBAGLIARE MA MEGLIO AVE' PAURA CHE BUSCARNE.
SPERIAMO DI SBAGLIARE MA MEGLIO AVE' PAURA CHE BUSCARNE.
sabato 14 dicembre 2013
Attenti al lupo
Possiamo comprendere, anche se non giustificare la storia della
Fondazione MPS e l’aver distribuito utili virtuali (gonfiati) o più
precisamente “aver speso debiti” credendo che fossero “crediti”. Lo
comprendiamo perché questo è avvenuto in tutt’Europa, da qualche parte di più
(Italia), da qualche altra meno (Germania). Sono decine e decine di anni che si
concedono finanziamenti a falsi piani industriali, che si aumenta il patrimonio
dell’aziende gonfiando i numeri del magazzino. Pareggiare i bilanci con le
sostanze tossiche dei derivati o con scemenze del genere è stato lo sport
preferito dei management delle aziende e dei centri burocratici dell’Alta,
Media e Piccola borghesia italiana. Non a caso Monti ed i professori della
Bocconi sono scesi in campo in “punta dei piedi” per difendere gli interessi
della finanza dagli aguzzi canini della mangiatoia del bel paese, dimora
permanente, dei brocchi della politica e dei salotti mediatici.
Tutti sanno chi sono stati i veri responsabili ma, come al solito a
pagare sarà sempre il più debole!
In questo quadro e nonostante
tutto, la Fondazione MPS è stato uno strumento importante per il territorio di
Siena. E’vero che grazie a Lei, ci sono
stati salotti pieni, scorpacciate, festini e balli generalizzati, ma è
altrettanto vero che nel contempo sono state fatte scuole, garantiti servizi
sociali, valorizzati musei, asfaltate strade (grigie e bianche), realizzati ponti,
centri sportivi, circoli culturali e tanto altro. Va riconosciuto, però, che la
distribuzione dell’utile a favore dello sviluppo e della tutela del territorio
è una tipicità molto senese è questo
dovrebbero essere un orgoglio storico per Siena e per chi l’ha amministrata per
tanti anni. Invece no, sembra quasi un fuggi, fuggi, generale.
Ci appare strano se non addirittura paradossale, in questo momento
difficile per il territorio, l’atteggiamento servile del PD e del PdL senesi nei
confronti dei palazzi romani. Nessun
pastore a difesa del gregge, nessuna rete per fermare la corsa del Lupo. Possiamo
comprendere la destra perché da queste parti, rappresenta l’opposizione
politica (seppur concorde nelle varie fasi delle scelte delle Fondazione,
incluso l’operazione Antonveneta), ma rimane veramente incomprensibile
l’atteggiamento genoflesso del PD e della Sinistra di Siena. Come si fa ad assistere
supini all’attacco esterno ed interno del
patrimonio senese? Comprendiamo la
necessità di restituire i 3 miliardi di euro prestati dal tesoro , ma quanti
sono i crediti in titoli di debito pubblico in Piazza Salimbeni? A quanto
ammonta la complicità di palazzo Koch e di qualche altro Stato “Italiano” nella
vicenda Antonveneta? Ci fermiamo qui, ma non per mancanza di moventi. Come si
fa a barattare il patrimonio della Fondazione ed il suo significato territoriale
in cambio di una salvezza saldamente controllata da speculatori dalla finanza
euro-asiatica?
Non è diabolico pensare di salvare la Banca svendendo la sua unica
forza, il legame con il territorio? Presenza azionaria massiccia nei servizi (acqua,
rifiuti, trasporti, arte, cultura, sanità, ricerca, etc… etc…)! Speriamo di sbagliare ma ci sembra che la
sinistra senese, come al solito, è pronta a sacrificare l’agnello, o meglio è
disposta a prendere una miriade di schiaffi, pur di soddisfare il desiderio di
scoprire dove vuole arrivare lo schiaffeggiatore (come diceva il grande De
Curtis)!
domenica 7 luglio 2013
Era ora!
S
IENA. Finalmente, si apprende una buona notizia: La Deputazione Amministratrice della Fondazione Mps nella riunione tenutasi il 5 luglio sotto la presidenza del presidente Gabriello Mancini, ha attentamente esaminato la possibilità di agire contro le banche Nomura e Deustche Bank, oltre che nei confronti degli ex vertici della banca stessa (ossia presidente e direttore generale dell’epoca) per ottenere il risarcimento dei danni che le sono stati direttamente causati.
C’è voluto oltre un anno, ma la cosa più ovvia che si doveva fare sta per essere fatta. Sicuramente in ritardo e dopo che ormai la banca e la Fondazione si avviano al tramonto finanziario per non parlare di altro.
L’avevamo proposto in Consiglio Provinciale oltre un anno fa, purtroppo senza la minima attenzione dalla maggioranza del Consiglio, l’avevamo suggerito in tanti modi ma sembrava di sbattere contro un muro di autoreferenzialità, presunzione e sensi di colpa che rasentavano infantilismo e disfatta politica nello stesso tempo.
Era solo perché ci sembrava una cosa ovvia, infatti, personalmente non sono mai stato giustizialista ed il qualunquismo di piazza dove molto spesso ritrovi gli inquisiti al posto degli inquisitori o i verginelli che si ripresentano puri dopo le orge ed i festini sfarzosi, non mi hanno mai convinto.
Tuttavia come comunista e come rappresentante pubblico non potevo accettare che chi rappresentava il popolo senese e non solo, assistesse inerme davanti ad uno scempio finanziario e politico di questo tipo. Inoltre e come al solito, a dirigenti, advisor ed altri soggetti superpagati che escono sempre indenni dai disastri che compiono per non parlare dei premi delle laute liquidazioni che percepiscono. Mentre i lavoratori di mille euro al mese o i bottegai ed artigiani di paese, oltre a rispondere sempre delle proprie azioni, con tasse, precarietà, multe, verbali e sanzioni, spesso pagano anche con la vita gli incerti (o certi?!) del mestiere.
Antonio Falcone - Consigliere comunista provincia di Siena
C’è voluto oltre un anno, ma la cosa più ovvia che si doveva fare sta per essere fatta. Sicuramente in ritardo e dopo che ormai la banca e la Fondazione si avviano al tramonto finanziario per non parlare di altro.
L’avevamo proposto in Consiglio Provinciale oltre un anno fa, purtroppo senza la minima attenzione dalla maggioranza del Consiglio, l’avevamo suggerito in tanti modi ma sembrava di sbattere contro un muro di autoreferenzialità, presunzione e sensi di colpa che rasentavano infantilismo e disfatta politica nello stesso tempo.
Era solo perché ci sembrava una cosa ovvia, infatti, personalmente non sono mai stato giustizialista ed il qualunquismo di piazza dove molto spesso ritrovi gli inquisiti al posto degli inquisitori o i verginelli che si ripresentano puri dopo le orge ed i festini sfarzosi, non mi hanno mai convinto.
Tuttavia come comunista e come rappresentante pubblico non potevo accettare che chi rappresentava il popolo senese e non solo, assistesse inerme davanti ad uno scempio finanziario e politico di questo tipo. Inoltre e come al solito, a dirigenti, advisor ed altri soggetti superpagati che escono sempre indenni dai disastri che compiono per non parlare dei premi delle laute liquidazioni che percepiscono. Mentre i lavoratori di mille euro al mese o i bottegai ed artigiani di paese, oltre a rispondere sempre delle proprie azioni, con tasse, precarietà, multe, verbali e sanzioni, spesso pagano anche con la vita gli incerti (o certi?!) del mestiere.
Antonio Falcone - Consigliere comunista provincia di Siena
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