La polemica che sta ravvivando gli ultimi giorni dell’afa contrastata fra la il divino e la commedia greca è sicuramente quella sulla necessità di andare a votare al più presto per eleggere un Sindaco dei cittadini nella Città del Palio e sostenuta fino ad oggi, pare, solo dal PD. Del resto sia l’abbandono del Consiglio Provinciale da parte della maggioranza (fatto forse mai accaduto fino ad ora) e sia i lavoratori che sono in lotta e senza stipendio e le ditte che non riscuotono le fatture perché la Provincia ed i comuni hanno bloccato i pagamenti, perché da una parte c’è il Patto di Stabilità e dall’altra i bilanci condizionati dalle mancate erogazione della Fondazione e quindi senza margini di manovra, così come il futuro assetto istituzionale della regione, non meritano né discussioni, né forum e tantomeno tavole rotonde. Sono bazzecole diceva il Principe. E poi queste cose non fanno notizie o forse e meglio tenerle nascoste, altrimenti si spariglierebbe troppo.
A proposito di Costituzione, se ci fossero i partiti,
quelli veri, quelli della rappresentanza dei cittadini e non delle lobbie, si
potrebbe anche votare, ma in questo modo, con questa legge elettorale ed in
queste condizioni si favorirebbero solo le manovre di palazzo e l’occupazione
di poltrone prive di significato e di autorevolezza.
Quindi prima di andare
a votare bisognerebbe preoccuparsi di rifare una classe politica, magari
ripartendo dal secchio e dalla colla e non da “quello porta voti”, non serve una classe dirigente votata perché è
sostenuta dalla stampa e perché conosce gli intrighi del palazzo, serve una
classe politica che rappresenti il popolo, che non abbia paura del palazzo e soprattutto che abbia in
se rispetto, tensione ideale, coerenza, rigore, onestà e passione ed infine se
non si scrive sui programmi che occorre togliere il diritto acquisito ai
privilegi a chi/che serve andare a
votare.
Antonio Falcone
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