domenica 6 giugno 2010

Incontro pubblico sulla crisi di Chianciano

Sabato 5 giugno si è tenuto a Chianciano un incontro pubblico organizzato dal Circolo PRC – Federazione della Sinistra; nel corso del dibattito è emersa una forte preoccupazione sullo stato di crisi che grava sui lavoratori e sulle attività produttive. Sono intervenuti esponenti locali del PRC e dei Comunisti Italiani che hanno ribadito come la crisi di Chianciano riguarda l’intero territorio e supera ormai le condizioni dello Stato di Emergenza. Grosse critiche sono state espresse nei confronti dell’Amministrazione Ferranti che in questo primo anno è stata praticamente inesistente anzi spesso si è ingarbugliata nella macchina burocratica rendendosi inefficace anche sul piano dell’amministrazione ordinaria come nel caso dell’Ordinanza di chiusura dell’isola ecologica del Cavernano ed il conseguente degrado ambientale, inoltre si è distinta nell’incapacità di affrontare le problematiche delle Terme (vedi degrado della pineta e mancanza di progettualità di rilancio) nascondendosi in un continuo rimbalzarsi di responsabilità fra le varie amministrazioni succedutesi negli anni come se fino ad oggi a governare Chianciano ci fossero stati i marziani. E’ stata ribadita la mancanza di opposizione consiliare e quindi la conseguente penalizzazione della democrazia e della pluralità delle opinioni anche perché il continuo rincorrersi di idee comuni fra PD e PDL (casinò, riqualificazione urbana, palacongressi ecc…) ha finito con il rendere corale ed inciuciante sia la mancanza di idee dell’amministrazione PD che la mancanza di stimoli e di opposizione della minoranza PdL. Gianluigi Pegolo della segreteria nazionale del PRC (già candidato sindaco per i comunisti alle scorse elezioni) ha concluso la giornata ribadendo che la mancanza di un progetto con al centro il rilancio del termalismo, patrimonio essenziale sia per la sua potenzialità curativa e storica ma anche per il naturale inserimento nel patrimonio ambientale del territorio, emersa chiaramente in campagna elettorale, ha determinato l’attuale immobilismo amministrativo. Del resto le dimissioni di uno degli Assessori di punta come Nicoletta Bianchi, fra l’altro mai sostituita nonostante ricoprisse deleghe fondamentali per le caratteristiche di Chianciano come quelle al turismo ed alle attività produttive, confermano il fallimento dell’idea che “basta vincere le elezioni per poter governare un paese”. Secondo i comunisti, che pur non presenti in consiglio comunale rimangono attenti e vigili e senza dileguarsi come altri che in campagna elettorale promisero parchi cinematografici, miracoli paradisiaci e poi il giorno dopo nessuno lì ha più visti (Guidi), per rilanciare l’azione amministrativa, non basta avere un assessore provinciale con la delega allo sviluppo di Chianciano (fra l’altro caso unico in Italia), occorre uno scatto di umiltà che ammetta il fallimento del progetto politico (mancante) del centro-sinistra ed avvii un confronto attivo con i cittadini, con le forze politiche e democratiche, con le associazioni di categoria, con i sindacati e con le istituzioni superiori che attraverso un’ampia partecipazione trovi suluzioni immediate alle problematiche della crisi, che stanno gravando drammaticamente sui giovani e sui cittadini più deboli.