domenica 23 ottobre 2011

Shalit non è un eroe e i palestinesi non sono criminali

Carissimo consigliere Camastra,
premetto che considero il ‘900 un secolo importante per la democrazia e per i valori di civiltà, di giustizia e di uguaglianza che ha saputo trasmettere, non solo alla mia generazione, ma anche alla tua ed a quella dei nostri figli. Premetto, inoltre, che se riuscissimo a riportare il confronto e lo scontro politico fra le idee ed i progetti, invece che fra i leader, forse avremmo valorizzato la parte migliore del 900 e cioè quella che metteva al centro dello scontro politico i bisogni delle comunità e non come avviene oggi la mera “occupazione del potere”, fra l’altro ridotto a solo servizio dei poteri forti e organizzazioni finanziarie europee e mondiali, fra l’altro speculative!
Tuttavia vorrei tranquillizzarti che il sottoscritto sa riconoscere anche gli errori del ‘900 dai quali occorre prendere le distanze e fra questi ci sono l’oppressione, la guerra, il fondamentalismo, il razzismo, lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, l’occupazione militare della terra e dei popoli, lo schiavismo. Purtroppo però non solo io, ma l’intera umanità, facciamo anche oggi ed in tante parti del mondo, i conti con quelle nefandezze del passato che, aggiunte al precariato, alla mancanza di un lavoro, di una casa e di un luogo dove vivere, collegano drammaticamente il secolo in cui viviamo con le nefandezze di quello appena trascorso.
Sai bene quanto queste cose siano importanti per me e per i comunisti che rappresento in provincia e quanto poco mi interessa la diatriba fra Berlusconi si e Berlusconi no.
Ed è proprio per questo che considero il tuo articolo pubblicato dal Corriere di Siena giovedì scorso, inesatto, pregiudiziale, fazioso e poco rispettoso delle idee degli altri. Infatti il mio Gruppo ha votato contro perché voleva inserire nel documento: “il Consiglio Provinciale di Siena chiede il rilascio di Shalit e di tutti gli altri prigionieri di guerra palestinesi e non” e tu non sei stato daccordo.
Pertanto, proprio perché da sempre siamo convinti che l’unico modo per risolvere quel conflitto sia quello di rispettare la risoluzione dell’ONU “Due Popoli e due Stati” e non schierandoci solo dalla parte di uno, fra l’altro quello più forte, armato fino ai denti e detentore “incontrollato” di armamenti nucleari. Shalit è stato rapito dentro il territorio di Gaza perché aveva fatto un’incursione in territorio nemico, allo stesso modo dei prigionieri palestinesi, spesso armati solo di sassi e bombe artigianali che pur se sono guerrieri come gli altri, non possono certo essere considerati criminali e terroristi come hanno fatto tanti onorevoli del Senato italiano. Personalmente penso che sia Shalit che i tanti ragazzi palestinesi sono vittime di una guerra dove i veri responsabili non vanno mai in prigione, ma sanno solo manovrare i fili dei figli della povera gente dove le mamme, TUTTE, sono ansiose di riabbracciare i propri cari.
Questo è la motivazione che ci ha diviso in Consiglio provinciale e spero che la liberazione di Shalit e degli altri prigionieri palestinesi sia un grande auspiscio di pace e di giustizia in quell’aria e nel mondo, come lo stesso Shalit ha dichiarato.

Antonio Falcone
Capogruppo Rifondazione Comunista
Provincia di Siena

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