sabato 9 luglio 2011

Rappresentanti e Nominati

L’articolo 7 dello Statuto della Fondazione MPS recita:
1. La Deputazione Generale è composta da sedici membri nominati:
• otto dal Comune di Siena, di cui uno d’intesa con la Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Siena;
• cinque dalla Provincia di Siena, di cui uno d’intesa con la Consulta Provinciale del Volontariato istituita ai sensi dell’art. 6 della Legge Regionale Toscana 15/4/1996 n. 29 e del comma 4 dell’art. 10 dello Statuto della Provincia di Siena;
• uno dalla Regione Toscana;
• uno dall’Università degli Studi di Siena;
• uno dall’Arcidiocesi di Siena, Colle di Val d’Elsa e Montalcino.
2. I membri della Deputazione Generale non rappresentano gli Enti dai quali sono stati nominati, né rispondono ad essi del loro operato.
In sostanza da una parte si dice che la Fondazione MPS rappresenta Siena e la sua Provincia e dall’altra si dice che i nominati sono autonomi rispetto a Siena ed alla sua Provincia. Per una normale lettura sembrerebbe esserci una forte contraddizione fra i due commi. Se invece si analizza la storia di Siena e la grande capacità dei senesi nel saper condividere fra tutti la propria cassaforte, trovo giusto e normale che i deputati del Monte abbiano piena autonomia nell’amministrare la Fondazione, sono autonomi in quanto fiduciari! Altra cosa è il confronto e la partecipazione, dovrebbe essere normale che la Fondazione che controlla l’azienda più importante di Siena e che rappresenta il passato, il presente ed il futuro dell’intera provincia, avesse continui rapporti con le istituzioni.
In condizioni ordinarie ci dovrebbero essere almeno due o tre confronti all’anno con i consigli comunale e provinciale, luoghi dove siedono i rappresentanti del popolo senese! Ci dovrebbe essere un confronto serrato con i bisogni e le scelte della città e della Provincia, magari chiedendo anche a loro, perché no, politiche di rigore e scelte oculate e di qualità. Oggi è un momento straordinario, siamo ad un bivio dove, dal percorso della strada che imboccheremo, dipenderà il destino di migliaia di persone e tutto questo nel pieno di una crisi mondiale della finanza e dell’economia e dentro un contesto sociale di piena crisi di valori e di idee. che lasciano presupporre incertezze e baratri dai quali non siamo sicuri se mai ne usciremo e come ed in quali forme riusciremo a farlo. Mi chiedo come è possibile che la Fondazione abbia sottoscritto 2.440.313.946 azioni ordinarie (50,578% del totale delle nuove azioni emesse dalla Banca e che l’operazione probabilmente porterà la Fondazione ad un indebitamento di 350/400 milioni di euro e come è possibile che lo abbia fatto senza un minimo confronto con il consiglio comunale e con quello provinciale? Se rimane valido il concetto che nei momenti difficili si deve essere uniti e mettere da parte gli interessi di ogni singola bottega è altrettanto vero che occorre confronto, condivisione e partecipazione, altrimenti si conferma anche a Siena, quello che avviene da tempo a livello nazionale: “ghe pensi mi”!