sabato 17 settembre 2011

Comunicato stampa

Esprimiamo grosse preoccupazioni, per come il Consiglio comunale ed il Consiglio provinciale di Siena, hanno affrontato l’obbligo di riaggiornare le linee di mandato della Fondazione MPS.

La necessità di aggiornare il mandato scaturiva dal fatto che per il 2012 e sicuramente per molti anni ancora, la città e la provincia di Siena saranno privati del bando straordinario che metteva a disposizione del territorio una quantità di risorse importanti soprattutto nel momento in cui da una parte il liberismo e la speculazione finanziaria e dall’altra un Governo che fa solo l’interesse dei poteri forti, ignorando il dettato Costituzionale che vuole la rimozione degli ostacoli che impediscono ai cittadini di raggiungere una effettiva parità dei diritti, stanno distruggendo la tenuta sociale costruita con grandi sacrifici dalla passate generazioni.

In un momento così delicato le forze politiche invece di riflettere insieme a tutta la comunità senese, aprendo al confronto sia le assemblee elettive che la stessa Fondazione, hanno preferito mantenere le distanze come se non portassero le responsabilità politiche e gestionali di scelte che hanno esposto in questi anni alle speculazioni finanziarie ed al dominio delle banche anche la nostra città, la quale, proprio attraverso un ruolo forte della Fondazione e delle istituzioni era riuscita a mantenere coesa non solo la tenuta economica e sociale ma anche quella storica e culturale, punto di forza importante del nostro territorio.

Riteniamo che il documento deliberato sia insufficiente e vago e che lo strano matrimonio PD, SEL, IDV e PDL costruito in Comune e rielaborato anche in Provincia, non abbia partorito niente di produttivo per invertire la tendenza delineata. Mettere al centro il "vogliamoci bene" senza dare nessuna indicazione in merito al ruolo dei consigli elettivi ed alla necessità di un confronto aperto e permanente fra questi e la Fondazione, ci sembra come far finta che nel prossimo anno la comunità non subirà seriamente un taglio di risorse che, se sommiamo i mancati utili della banca con i tagli degli Enti Locali, supererà ampiamente il mezzo miliardo di euro per tutto il territorio provinciale.

A nostro avviso occorreva pronunciarsi fermamente per un cambio di rotta che bloccasse le esternalizzazioni e valorizzasse le risorse e le competenze interne della Fondazione e nello stesso tempo mantenesse alta e rigorosa l’attenzione verso la Banca Mps e verso le partecipate dove le nomine non devono essere scelte fra la cerchia degli amici ma attraverso una trasparente selezione delle professionalità.

E’ necessario, quindi, valutare fino in fondo le scelte passate come quelle dell’acquisizione dell’Antonveneta, assumendoci ognuno le nostre responsabilità (compresi noi del PRC). Rifare gli errori che hanno portato ad un sempre crescente snaturamento della storia della banca per inseguire le mode liberiste sarebbe imperdonabile, così come il tanto osannato posizionamento sul mercato finanziario, invece di produrre ricchezza ha finito con esporre alla speculazione anche importanti servizi ed investimenti del territorio dove il MPS detiene significative quote azionarie.

Infine ci aspettavamo, che in un momento così difficile, le indicazioni sulla distribuzione di eventuali risorse disponibili venissero date prioritariamente al sostegno di chi non percepisce nessun tipo di indennità, e che si dichiarasse esplicitamente con quali criteri verranno assegnate le poche risorse disponibili, visto che tale assegnazione avverrà in assenza di bandi pubblici.

Il Direttivo del Circolo PRC di Siena
Il Segretario provinciale del PRC – Loriano Checcucci
Il Consigliere provinciale – Antonio Falcone

venerdì 16 settembre 2011

Ordine del Giorno sulla Fondazione MPS

Premesso che
Il dibattito istituzionale che si è aperto sul tema della Fondazione Monte dei Paschi è inserito in un contesto socio economico delicatissimo per il futuro del nostro Paese. La Toscana e Siena non sono immuni dalla tendenza recessiva che sta attraversando tutti i paesi a capitalismo avanzato dell’Europa. Intere aree economiche anche della nostra provincia vivono gli effetti di questa crisi che crea, oltre all’instabilità dei mercati finanziari, disoccupazione.
La disoccupazione e la cassa integrazione che subisco i lavoratori del settore industriale della Val d’Elsa e la crisi che vive Chianciano Terme sono esempi concreti degli effetti devastanti di questa fase. Il Governo ha nascosto per troppo tempo la portata della crisi e le due manovre finanziarie aggravano la situazione colpendo quelle classi più deboli che erano e sono sempre di più in grosse difficoltà. In questo contesto verte il dibattito istituzionale sul futuro della Fondazione MPS.
La Fondazione del Monte dei paschi, purtroppo, si è trovata ad affrontare alcuni passaggi strategici, fra cui, quello più importante, l'aumento di capitale della Banca MPS, aumento di capitale necessario per mantenere l'indipendenza di una banca che ha solide radici nel territorio e che da sempre ha alimentato lo sviluppo economico ed ha contribuito a mantenere alti i livelli qualitativi del sistema di Welfare senese.
I due bandi straordinari, pur insufficienti, hanno confermato l’impegno della Fondazione a percorrere questa strada mantenendo inalterati i compiti a cui è stata destinata dalla sua nascita. In questa situazione così descritta, per i Comunisti senesi, la Fondazione Monte Paschi dovrà mettere in campo tutte le proprie forze per mantenere il controllo della conferitaria mantenendo alto il rigore e l’attenzione sulla stessa e sulla sua ristrutturazione, dando priorità alla riduzione del debito (la conferitaria dovrà fare uno sforzo notevole per mantenere l'impegno preso con il Piano Industriale 2011-2015) e nello stesso tempo continuare a privilegiare gli interventi liberando risorse, consci delle difficoltà attuali, nel sociale attraverso il sostegno al Welfare, allo sviluppo locale e alla cultura cosi da ritornare ad essere punto di riferimento per tutto il territorio.
Ritenuto che
In questo quadro di difficoltà generale causato dalle politiche liberiste che hanno visto nella speculazione finanziaria la determinazione dei destini dei popoli e delle scelte politiche;
Gli errori e l’incapacità politica dei governi che si sono succeduti negli anni 90, l’improvvisazione e l’inadeguatezza dell’attuale governo, la mancanza di autorevolezza della politica e dei partiti ormai deformati rispetto al loro ruolo costituzionale, hanno determinato un quadro economico e sociale che non è riuscito a far fronte agli attacchi speculatori della finanza;
L’esposizione ai mercati azionari dei servizi pubblici (rifiuti, trasporti, approvigionamento idrico, etc…) attraverso la partecipazione azionare di privati e di banche, compreso il MPS, ha indebolito il ruolo delle istituzioni ed ha spostato le decisioni in altri luoghi, dando alla banca un ruolo politico determinante;
Il Gruppo comunista, in questo contesto, ha cercato di riaprire una discussione che mettesse al centro due temi, a nostro avviso prioritari, la gestione dei servizi pubblici (anche alla luce della volontà espressa dai cittadini nel referendum del 12 e 13 giugno) e per il sostegno al reddito di chi non lavora e non percepisce nessun tipo di contribuzione. Purtroppo la nostra iniziativa si è scontrata con un atteggiamento ostile ed incomprensibile da parte della maggioranza e degli altri gruppi politici;
Tuttavia, rimaniamo convinti che se non si apre una discussione su questi temi, crediamo sarà difficile dare delle indicazioni autorevoli e legati all’effettivo bisogno dei nostri territori e soprattutto delle debolezze presenti che cominciano ad essere tante;
In questo quadro, dove purtroppo nemmeno la ricapitalizzazione resasi necessaria, non solo per la crisi finanziaria generale ma anche per scelte sbagliate interne, sembra essere insufficiente,
riteniamo che
sia insufficiente proporre delle linee vaghe come hanno fatto il PD ed il PDL insieme in Consiglio Comunale e si apprestano a fare anche in questo contesto;
sia inutile fare un elenco della spesa, viste le magre possibilità di erogare utili alla città ed al territorio;
non ha nessun valore risparmiare quando sono finiti i soldi.
Pertanto invitiamo il consiglio provinciale a deliberare che
si avvii all’interno della Fondazione un cambio di rotta che abbandoni le esternalizzazioni, valorizzi le risorse e le competenze interne;
si mantenga alta e rigorosa l’attenzione verso la Banca e soprattutto verso le partecipate attraverso la valorizzazione delle competenze e delle professionalità nelle scelte delle rappresentanze;
si mantenga un rapporto aperto con il Consiglio Comunale e con quello provinciale, in modo che eventuali risorse disponibili siano veramente destinate a settori decisivi e strategici per la protezione sociale e per lo sviluppo, considerando anche i continui cambiamenti dei quali spesso neanche la politica riesce a coglierne gli effetti con la dovuta tempestività;
si dia priorità al sostegno di chi non percepisce nessun tipo di indennità.
Antonio Falcone
Voti favorevoli: 1 (PRC-PDCI)
Voti contrari: 7 (PDL e Mauro Bieanchi (PD))
Astenuti: 11 (PD)
Non hanno partecipato al voto: 2 (IdV e Sinistra e Libertà)

domenica 11 settembre 2011

Il capitalismo senza opposizione di classe

Il novecento si è caratterizzato del conflitto "Capitale-Lavoro".
Da una parte le rivoluzioni: Russia, Cina, India, Sud Africa;
dall'altra le guerre imperialiste: Vietnam, Palestina, Nord Africa.
Tutto si è svolto naturalizzando il conflitto fra chi produce e chi mette da parte la ricchezza prodotta, tra chi vive a stenti del proprio lavoro e chi vive agiatamente del lavoro degli altri. Crescita globale o deformazione cellulare?
I furbi, i capaci, i potenti, i paranoici, i prendi, i lecca, i beat, il Parto delle Nuvole Pesanti, i Petrolieri, gli armaioli, i calciatori, i condomini, le zanzariere, i west coast, la Divina Provvidenza, La Mecca, l'Ozono, gli scanna balene, i glocal, la Padania, Yeltsin e papa Voytila, gli Intillimani, Chavez, Fidel Castro e Lula.
Diverse sono le categorie che hanno preso forma da questo scontro, tutte comunque dentro
un confine di civiltà che ha costruito poteri ma anche contro-poteri, che ha costruito privilegi ma anche diritti, che ha costruito lobbie ma anche protezione sociale, che ha costruito imperi ma anche stati e governi. Nel mondo Antico si cominciava ad avere l'illusione del benessere, così si sono anticipati i tempi.
Il 2000 è iniziato nel 1990 e cioè quando le garanzie sono diventati lacci, la giustizia è diventata dogmatismo, l'uguaglianza è diventata ideologia nefanda.
Come ha fatto il capitalismo ha sventrare il conflitto? Come ha fatto ha ridurlo a spettacolo?
Ha cominciato con l'introduzione del bipolarismo, della stabilità, della governabilità.
Ha spostato nella rappresentanza e negli eletti le responsabilità del sistema e nel frattempo ha sostituito l'economia con la finanza. Gli eletti si sono autonominati ed i partiti (laboratorio di crescita e di idee) non sono più serviti.
I potenti per arricchirsi non hanno più dovuto reinvestire il profitto. Gli è bastato trasformare in casinò i titoli azionari e per fare questo prima si sono impadroniti dei servizi attraverso le privatizzazioni e poi hanno costruito il muro della vergogna dentro la separazione dal cervello collettivo! Diabolico ma fantastico! Demenziale ma coinvolgente!
Un mondo senza idee, un mondo del fare, dei governi sorridenti, della politica parlata, dei talk show, dei tecnici della parola. Al posto dei padroni ecco i General Manager, al posto dei caporali ecco i nominati, i direttori dei media, i manovratori del destino.
Brutti tempi! Per fare questo non bastava far cadere il muro ideologico occorreva trasformare l'opposizione di classe in anticorpo del sistema. In Italia il PCI prima e l'ex PCI subito dopo sono diventati funzionali anzi protettori dei poteri che avevano combattuto per mezzo secolo.
I poteri occulti, prima hanno foraggiato il terrorismo e poi l'Unità Nazionale, trovando in quest'operazione la strategia liberista e testando sul campo l'appiattimento dei corpi e degli anti corpi. Insomma prima hanno diffuso il virus e dopo il siero per combatterlo, proprio come nei laboratori farmaceutici che ogni autunno inventano un'influenza e dopo pochi mesi si accaparrano le commesse dei ministeri della salute per gli antidoti.
Anche quel piccolo rimasuglio di opposizione comunista, presto si è trasformava in opposizione radicale e dal sogno del mondo migliore è passata a quello del mondo possibile fino ad arrivare alle poltrone garantite. Così i diritti conquistati sono diventati privilegi dai quali liberarsi in nome della crescita e dello sviluppo, e la responsabilità dei socialisti di Craxi è stata rimpiazzata con l'antiberlusconismo (spauracchio) di Prodi e Bertinotti fino ad arrivare alle manovre per salvare la borsa e la sudditanza alla BCE.
Ora mi chiedo c'è ancora tempo per l'opposizione di classe? Possiamo costruirla ancora noi o dobbiamo aspettare che lo faccia il capitalismo?