mercoledì 20 luglio 2011

Attuazione della volontà popolare espressa dal voto referendario del 12-13 giugno 2011: abrogazione dell’art. 23 bis del DL 25/06/2008 sui Servizi Pubblici di rilevanza economica e ripubblicizzazione dei servizio idrico come servizio pubblico essenziale di interesse generale e privo di rilevanza economica al fine di garantire l'accesso all'acqua per tutti e di evitare processi lucrativi su di essa. Acqua come bene comune, modifica dello Statuto Provinciale.

Il Consiglio Provinciale di Siena

Premesso che
l'acqua è un bene essenziale ed insostituibile per la vita e, pertanto, la disponibilità e l'accesso all'acqua potabile e all'acqua necessaria per il soddisfacimento dei bisogni collettivi costituiscono un diritto inviolabile dell'uomo, un diritto universale, indivisibile, che si può annoverare fra quelli di cui all'articolo 2 della Costituzione;
con la promulgazione della Carta Europea dell'Acqua (Strasburgo 1968) la concezione dell'acqua come “bene comune” per eccellenza si e progressivamente affermata a livello mondiale;
la Risoluzione del Parlamento Europeo del 15 marzo 2006 sul IV Forum mondiale dell'Acqua dichiara “l'acqua è un bene comune dell'umanità” e chiede che siano esplicati tutti gli sforzi necessari a garantire l'accesso all'acqua alle popolazioni più povere entro il 2015 ed insiste affinché “la gestione delle risorse idriche si basi su un'impostazione partecipativa ed integrata, che coinvolga gli utenti ed i responsabili decisionali nella definizione delle politiche in materia di acqua a livello locale e in modo democratico”;
la risoluzione del Parlamento Europeo dell'11 marzo 2004 sulla strategia per il mercato interno già affermava “essendo l'acqua un bene comune dell'umanità, la gestione delle risorse idriche non deve essere assoggettata alle norme del mercato interno”
il principio dell'accesso all'acqua come diritto fondamentale di ogni persona, secondo criteri di parità sociale e di solidarietà, è stato, altresì, recentemente ribadito dall'assemblea Generale delle Nazioni Unite (Risoluzione ONU del 29 luglio 2010);

Considerato che

l'esito della consultazione referendaria del 12 e 13 giugno scorso ha determinato l'abrogazione sia dell'articolo 23 bis del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con la legge 6 agosto 2008, n.133 e successive modificazioni e integrazioni, che riguarda l’abrogazione dell’obbligo di privatizzazione dei servizi pubblici di interesse economico;
una larga maggioranza di cittadini ha espresso una chiara volontà di fermare le privatizzazioni, non consegnando al mercato la gestione dei principali servizi pubblici locali impedendo così di fare profitti;
è opportuno introdurre nello Statuto Provinciale la definizione di servizio idrico integrato come servizio pubblico essenziale di interesse generale e privo di rilevanza economica al fine di garantire l'accesso all'acqua per tutti e di evitare processi lucrativi su di essa;

Evidenziato che

il Consiglio di Stato con una sentenza del 2010 ha affermato che gli Enti Locali possono decidere sulla natura del servizio pubblico locale, di cui sono titolari, e dunque sulla loro gestione;

Ritenuto che

sia necessario individuare e fare propri alcuni principi basilari in tema di concezione dei servizi pubblici come bene comune;
sia opportuno prevedere, in tale percorso di scelte, la consultazione delle organizzazioni della “cittadinanza attiva”, al fine di realizzare il necessario processo partecipativo;
che uno degli obiettivi e rendere le società di gestione dei servizi di interesse pubblico soggetti giuridici di diritto pubblico, con le caratteristiche di azienda improntata a criteri di economicità, efficienza, trasparenza e partecipazione;

Ciò premesso il Consiglio Provinciale di Siena fa propri i seguenti principi:

• l'acqua è un bene comune, un diritto umano universale non assoggettabile a meccanismi di mercato;

• la proprietà e la gestione dei servizi devono essere pubbliche e improntate a criteri di equità, solidarietà (anche in rapporto alle generazioni future) e rispetto degli equilibri ecologici;

IMPEGNA LA GIUNTA PROVINCIALE:

a predisporre le necessarie modifiche statutarie per la definizione del servizio idrico come servizio pubblico essenziale di interesse generale e privo di rilevanza economica al fine di garantire l'accesso all'acqua per tutti e di evitare processi lucrativi su di essa;
a promuovere ogni iniziativa, per quanto di sua competenza, per sostenere e mettere in campo tutte le azioni necessarie affinché vengano fermate tutte le iniziative in essere per la messa a gara della gestione dei servizi ed in particolare del Trasporto Pubblico Locale e dei Rifiuti;
ad attivarsi con il Parlamento per definire un quadro normativo in linea con la volontà espressa dagli elettori e quindi ad adeguare i dispositivi secondo l’esito dei referendum.

Il Capogruppo Consiliare
Antonio Falcone

lunedì 18 luglio 2011

Replica al Corriere di Siena

Leggendo il giudizio che il Dott. Stefano Bisi ha espresso nella nota pubblicata dal Corriere di Siena il 15 Luglio a Pag. 5 e quello di Simone Bezzini e del Sig. Marzucchi del giorno dopo, sul rapporto degli eletti con l’anonimato, segnalo che la perdita di stile della politica e dell’informazione hanno una stretta dipendenza con il “quadro generale” basato sul Gossip invece che sulla centralità delle istituzioni, mentre le pari opportunità tra eletti e potere, spesso sono barzellette. In una Conferenza stampa in Provincia convocata dal mio Gruppo, per lanciare una campagna a sostegno dei disoccupati, si è presentato un solo giornalista (fra l’altro fotografo); domanda: avviene la stessa cosa, quando la conferenza stampa viene convocata dal Potere?
Inoltre, chi mi conosce, sa bene che non rappresento quella trasparenza e quel new modo di fare politica di cui si riempono la bocca i moderni aspiranti alle Seggiole. Per un eletto, la vera trasparenza è il rispetto della costituzione, per cui tutte queste forme psudoinnovative sull’etica e sui valori della purezza, mi lasciano indifferente, anche se chi sono, cosa faccio e quanto guadagno è evidenziato chiaramente sul sito della Provincia e negli atti della Segreteria. Sono fiero di appartenere ad una tradizione nella quale uno dei suoi massimi esponenti 30 anni fa, sosteneva: “che il privilegio va combattuto e distrutto ovunque si annidi, che i poveri e gli emarginati, gli svantaggiati, vanno difesi, e gli va data voce e possibilità concreta di contare nelle decisioni e di cambiare le proprie condizioni, che certi bisogni sociali e umani oggi ignorati vadano soddisfatti con priorità rispetto ad altri, che la professionalità e il merito vadano premiati, che la partecipazione di ogni cittadino e di ogni cittadina alla cosa pubblica debba essere assicurata”, per cui non ho nessuna necessità di sottoscrivere impegni sull’etica e sulla moralità, questi sono già scritti nei simboli che rappresento!
Vorrei tranquillizzare che la mia intervista non vuole leggittimare l’anominato tantomeno azioni diffamatorie di qualcuno, ha solo la pretesa di potersi mettere a disposizione di chiunque gli dia voce per mettere a conoscenza tutti i cittadini sull’attività del consiglio, indipendentemente dai loro nomi e cognomi.
Preciso che il Gruppo Rifondazione-Comunisti Italiani eletto nel 2009 con 8.581 voti, non ha alleati e si colloca all’opposizione sia del Centro-Sinistra che del Centro-Destra, non ha nessun interesse di nascondere il proprio operato, basta seguirne l’attività consiliare per verificarlo sul campo.
Personalmente sono sempre disponibile a qualsiasi contraddittorio o intervista che il Corriere o qualsiasi altro giornale ritengono utile al fine di favorire la partecipazione e la conoscenza dei cittadini sulle attività inerenti la nostra presenza in consiglio provinciale.
Spero che il Dott. Bisi voglia fare altrettanto!