venerdì 19 agosto 2011

Il PD ed i Referendum

Capisco che sono giorni di Pali, di Giostre, di Sagre, di allegria e di serenità, ma non si può tacere ed ignorare quanto avviene sul fronte dell’interesse generale. Quanto è troppo è troppo. Sono passati 67 giorni dal Referendum chiesto dalla gente, dai forum, da tante associazioni e liberi cittadini e fatto proprio anche dal PD con la convinzione che non c’è nulla di male nel ravvedimento, fra l’altro quello “operoso” è previsto dalla legge. Sono consapevole che per emanare, dispositivi di legge, delibere, regolamenti, ci vuole tempo! Ma richiedere ancora privatizzazioni, anzi accusare il governo di averne fatte poche è veramente paradossale. Invece di combattere la politica del governo perché troppo liberista e poco attenta ai bisogni collettivi, il PD lo incalza perché poco liberista.
Nel momento in cui perfino Nouriel Roubini, affermato economista del liberismo moderno sostiene che il capitalismo è finito e che forse Marx aveva ragione; Obama, la Confindustria e tanti altri si sono convinti che l’indebolimento del pubblico è stato letale per l’intera economia mondiale; tutti chiedono più soldi pubblici, più controlli statali nell’economia, perfino gli Stati Uniti devono ricorrere alla Federal Reserve per tamponare la disfatta del capitalismo speculativo.
Il PD, invece, chiede ancora liberalizzazioni, forse il disco bloccato sulla stessa nota gli permette di evitare di ammettere che lo scioglimento del PCI è stato un fallimento.
L’esposizione ai mercati finanziari e quindi alla speculazione globale dei cespiti derivanti dai servizi pubblici locali ha causato il crack finanziario ed il commissariamento dell’Italia.
I più vecchi ricorderanno che il blocco di 4 punti della contigenza portò allo scippo totale della scala mobile e questo venne fatto per favorire lo sviluppo e la competitività, in realtà ridussero gli stipendi e la circolazione interna del denaro. L’entrata nell’euro, non doveva favorire la modernizzazione e la crescita? Ricordate la flessibilità e la precarietà: non avrebbero dovuto favorire la competizione delle aziende ed impedirne l’emigrazione all’estero? Ricordate le privatizzazioni (STET, ENEL, UFFICIO DI COLLOCAMENTO, ALITALIA, FS, POSTE E TELECOMUNICAZIONI, SERVIZI PUBBLICI LOCALI): non avrebbero dovuto ridurre il debito pubblico? I cittadini, saranno troppo indaffarati con le faccende di tutti i giorni e magari attratti dai mezzi di distrazione di massa, avranno perso fiducia nei partiti e nelle organizzazioni di massa diventati lobbie più che luoghi di confronto di idee e principi, si saranno fatti abbindolare dai talk show e dai nuovi beceranti della politica, ma non sono certo rincoglioniti! Con il voto del Referendum hanno dimostrato attenzione e competenza. L’esito del Referendum avrà spiazzato la casta ma non certo l’entusiamo dei migliaia di giovani, dei tanti che hanno raccolto firme e riempito le piazze, senza organizzazione, senza soldi ma con convinzione di porre riparo alle malefatte della politica liberista dell’ultimo trentennio. La gente non è incazzata solo perché i rappresentanti del popolo sono pagati troppo ed hanno tanti privilegi, ma soprattutto perché oggi la politica non serve a nulla ed i politici sono impotenti, incapaci di esprimere opinioni. Con la fine dei partiti e la soppressione del proporzionale e delle preferenze non esistono più i “rappresentanti del popolo”, la verità è che il rappresentante è “eletto” ancor prima di votare. Insomma concluso il Referendum, tutto tace, “passato il santo gabbata la festa”, nel frattempo la contromanovra di Bersani vuole completare al più presto il processo delle privatizzazioni, i suoi senatori hanno presentato una mozione per privatizzare al più presto le spiagge nonostante quelle rimaste libere sono veramente poche ed il mare sta diventando un miraggio, almeno per la maggioranza del popolo. Questo atteggiamento del PD è ben rappresento nel Consiglio Provinciale di Siena. Il 24 luglio abbiamo chiesto di rinviare la gara sul Trasporto Pubblico Locale per rispettare l’abrogazione dell’art. 23 bis della Legge 133 e pur di non ammettere che hanno fretta di privatizzare, hanno impedito la votazione appellandosi ad un cavillo del regolamento, appositamente segnalato dal rappresentante di SEL. L’11 agosto abbiamo presentato una mozione che chiedeva di valutare attentamente “se e come fare” le gare sui Trasporti e sui Rifiuti ed inoltre inserire nello Statuto che l’Acqua è un diritto essenziale che non può essere gestito a scopi lucrativi. I consigieri del PD soccorsi anche stavolta dall’attivo rappresentante di SEL, hanno votato contro! Alla faccia di 27 milioni di persone, meglio chiedere al Governo che faccia una Legge di Riforma dello Stato, come fa il Sindaco di Poggibonsi, così nel frattempo in Toscana si concludono le privatizzazioni!